Inflazione: sui campi è ormai crollo verticale dei prezzi
Al dettaglio meno cari i prodotti alimentari, ma i consumi segnano il passo
ROMA - Il crollo sui campi dei prezzi dei prodotti agricoli (meno 15,7 per cento nello scorso mese di agosto) continua frenare la corsa dei listini sugli scaffali degli agroalimentari, che segnano un calo in termini congiunturali (meno 0,2 per cento rispetto a luglio) e una crescita contenuta sotto il profilo tendenziale (più 1,0 per cento nei confronti dell’analogo mese del 2008).
In questo modo, la «forbice» dalla produzione agricola alla tavola, anche se in alcuni casi resta ancora accentuata, si è sensibilmente ridotta nei confronti di quella dell’anno scorso. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati dell’Istat sull’inflazione che ad agosto ha registrato un aumento di appena lo 0,1 per cento.
La Cia rilevache nei prezzi agricoli all’origine ad agosto si riscontrano, rispetto all’analogo mede dell’anno passato, marcate flessione per i cereali (meno 31,2 per cento), per la frutta fresca (meno 29,8 per cento), per gli ortaggi (meno 15,9 per cento), per il settore vitivinicolo (meno 20,4 per cento) e per quello dell’olio d’oliva (meno 7,5 per cento).
Anche tra i prodotti zootecnici si registrano, comunque, cali generalizzati. Il settore dei bovini mette a segno una flessione del 3,5 per cento, quello degli avicoli meno 1,3 per cento, mentre quello dei suini conferma la tendenza riflessiva con meno 9,2 per cento.
Ancora più accentuato, invece, il calo delle quotazioni dei prodotti lattiero-caseari, che rispetto ad agosto 2008, hanno avuto, in media, una diminuzione media del 15,1 per cento. In forte discesa, soprattutto, il prezzo del latte alla stalla, il cui livello è ormai inferiore a quello di venti anni fa.
La frenata dell’inflazione conferma così una congiuntura molto negativa che -avverte la Cia- fa sentire i suoi effetti anche su un settore come quello agricolo che sta attraversando una profonda crisi che investe tutti i comparti produttivi. Una situazione resa ancora più da consumi alimentari che ristagnano e dalle prospettive di una ripresa ancora molto lontana.