Megale (Cgil): «A Tremonti, numeri Eurostat parlano chiaro»
«In Italia pesanti rischi occupazione, 2,9mln disoccupati nel 2010»
ROMA - «Ci piacerebbe essere ottimisti come il Ministro Tremonti ma i numeri parlano chiaro: le tabelle sul Pil dei diversi paesi europei indicano un primo rallentamento della crisi solo in Francia e in Germania». E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, sulle stime del Pil fornite oggi dall’Eurostat e sul commento del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
«Rispetto alla media europea - sottolinea Megale -, l’Italia registra una flessione tendenziale più marcata del Pil (-6% contro il 4,8%). A questo punto l’unico suggerimento che proviene dalle statistiche è la prudenza e la necessità di smetterla con la propaganda».
Per il dirigente della Cgil «i conti sono immediati: un drastico calo del Pil, come ricordato più volte, comporta un impatto pesantissimo sull’occupazione. Solo nel 2009 si prevede, infatti, un tasso di disoccupazione pari al 9,2% e nel 2010 del 10,7%, per un totale di 2,9 milioni di disoccupati. Tra questi i giovani disoccupati sotto i 35 anni aumenteranno di 640mila unità nel 2010 (rispetto al 2008) e le donne disoccupate, comprese quelle sotto i 35 anni, conteranno un incremento di circa 548mila unità nel 2010 (sempre rispetto al 2008)».
«Al di là della propaganda - continua Megale -, la situazione per l’occupazione e più in generale per l’economia reale del nostro Paese si dimostra drammatica, tutt’altro che in ripresa. In ogni caso per agganciare i segnali di rallentamento della recessione presenti in altri paesi occorre che il governo faccia ciò che fin qui non è stato fatto: deve convocare un tavolo anti-crisi, in cui ragionare con le parti sociali su come affrontare la tempesta, visto che nessuno dei provvedimenti finora messi in campo si è mostrato adeguato a sostenere l’economia nazionale. Occorre un nucleo anti-crisi - conclude - in cui, dal dialogo tra istituzioni e parti sociali, nascano le soluzioni più idonee a sostenere l’occupazione, i redditi e gli investimenti, rilanciando la domanda interna e la crescita del Pil».
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