3 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Crisi aziendali

Marcellina, sulla torre rimangono in 3: «Qui è un inferno»

Ieri sera un operaio ha avuto un malore, si attesa la Prefettura

ROMA - Erano partiti in sette, sono rimasti in tre a protestare sul ballatoio della torre dello stabilimento Cim di Marcellina, 40 km da Roma, contro l'ipotesi di licenziamento dovuta al mancato rinnovo da parte del Comune del contratto di affitto del terreno su cui sorge la Calci Idrate Marcellina.

Tre operaio erano scesi martedì, per dare un segno di buona volontà nella trattativa. Ieri sera è sceso un quarto, Paolo di 35 anni, sfinito dalla protesta: forse per un colpo di sole, per la stanchezza o per lo stress si è sentito male, ha avuto giramenti di testa e ha rigettato. A terra è stato soccorso da un'ambulanza (il 118 ha un presidio fisso da giorni sotto la torre) e i sanitari gli hanno somministrato una flebo. Ora sta bene, a casa.

Sulla torre, intanto, si attende l'esito dell'incontro ancora in svolgimento nella Prefettura di Roma tra Comune e rappresentanti della Cim, dopo che ieri pomeriggio il Consiglio comunale di Marcellina ha sospeso il bando di gara per l'assegnazione del terreno su cui sorge l'impianto, bando che però escludeva proprio la Calci Idrate Marcellina.

In cima allo stabilimento sono in tre: Giulio di 47 anni, Giuliano di 39 e Luca di 29. «Qui sopra fa un caldo infernale, abbiamo un ombrellone ma è difficilissimo», spiega Giulio: «Aspettiamo l'incontro in Prefettura: ieri in Comune c'è stato un passo in avanti, è la prima cosa che va a nostro favore. Oggi possiamo anche scendere, ma siamo pronti a riprendere la protesta, anche più forte. Gli operai della Insse ci hanno chiamati facendoci un grande applauso di incoraggiamento: arriva molta solidarietà, ma da sola non basta. Ora vogliamo gesti concreti».