29 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Segnali contraddittori da prima economia Eurolandia

In Germania ora si teme aumento disoccupazione dall'autunno

Un settore di punta come quello della costruzione di macchinari ha registrato ad esempio a giugno un crollo degli ordinativi del 46%

BERLINO - Anche la Germania inizia a vedere l'inizio della fine della crisi, come il presidente statunitense Barack Obama ha annunciato ieri riferendosi al suo Paese? I segnali che arrivano dalla prima economia di Eurolandia sono contraddittori. Un settore di punta come quello della costruzione di macchinari ha registrato ad esempio a giugno un crollo degli ordinativi del 46%, ha spiegato stamattina l'associazione di categoria VDMA.

DISOCCUPAZIONE - Nelle stesse ore da Norimberga l'Agenzia federale per il Lavoro ha fatto sapere che a luglio il numero dei senza lavoro è sì cresciuto di 52.000 unità a 3,46 milioni (+0,1%), ma meno di quanto atteso alla vigilia. «Nel complesso gli effetti della recessione sono finora relativamente moderati», ha detto il direttore dell'Agenzia, Frank-Juergen Weise. Le prospettive, però, non sono rosee. «La pressione sul mercato del lavoro aumenterà», ha ammesso lo stesso Weise.

TENDENZA RECESSIVA SI E' ATTENUATA - Se è vero che, secondo la Bundesbank, la tendenza recessiva si è notevolmente attenuata e da aprile a giugno il Prodotto interno lordo tedesco dovrebbe essere «diminuito solo di poco», è anche vero che la Germania si attende ora la seconda ondata della crisi, con l'incremento della disoccupazione. Tutti gli esperti stimano infatti che dall'autunno il numero dei senza lavoro crescerà rapidamente. Il che significa, in pratica, che il nuovo governo che uscirà dalle elezioni di fine settembre si troverà a fare i conti subito con notizie tutt'altro che rassicuranti. Alcuni analisti si aspettano per il 2010 una crescita dei disoccupati fino a cinque milioni, una delicata soglia psicologica in Germania.

Riportare la fiducia anche su questo fronte sarà insomma un obiettivo prioritario per il nuovo cancelliere, sia esso la cristiano-democratica Angela Merkel, che il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier.

Per l'istituto berlinese Diw, infatti, la «caduta libera» dell'economia si è ormai arrestata, ma il rischio è che, dopo aver raggiunto il fondo, la Germania possa restarci per un periodo di tempo molto lungo.

Già nel 2009, del resto, il Pil tedesco dovrebbe scendere di circa il 6%. Nel dopoguerra la Repubblica federale non ha mai visto un dato tanto negativo.