Latte: costi alle stelle e prezzi alla stalla più bassi di 20 anni fa
CIA: «L’Ue deve adottare misure realmente incisive a sostegno degli allevatori»
ROMA - La crisi che sta investendo il settore lattiero-caseario in Europa sta diventando sempre più grave e ora finalmente anche la Commissione Ue si accorge di una situazione che sta mettendo in drammatica difficoltà migliaia di imprese produttrici di latte bovino. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in vista dell’approvazione, domani, da parte dell’Esecutivo di Bruxelles, di un Piano di sostegno del settore, che sarà sottoposto il 7 settembre prossimo all’attenzione dei ministri agricoli Ue.
Il problema del latte, quindi, non è solo italiano - Ormai ha assunto una dimensione europea e il fatto che il Copa (Comitato delle organizzazioni agricole Ue) e il Cogeca (Comitato generale della cooperazione agricola dell’Unione europea) siano intervenuti per sollecitare una rinnovata politica per il settore, evidenzia -afferma la Cia- l’esigenza di un’azione globale che investa tutti i «27».
Per questa ragione la Cia sollecita una strategia concreta, mirata e in tempi brevi. Lo scenario è preoccupante e continuare a non assumere iniziative concrete può causare danni irreversibili. Da parte della Commissione Ue occorre, dunque, che vengano delineati interventi propulsivi che permettano di dare un futuro certo all’intero settore.
Tanti, infatti, sono i problemi da risolvere, a cominciare da quello dei costi, che ormai hanno raggiunto livelli insostenibili, e da quello del prezzo del latte alla stalla che è più basso di venti anni fa.
E proprio la caduta del prezzo alla stalla che preoccupa gli allevatori - Oltretutto -come rileva la stessa Commissione Ue- questo crollo non ha generato una riduzione dei prezzi al consumo dei prodotti lattiero-caseari che sono scesi -sottolinea la Cia- di appena il 2 per cento. Prezzi, quindi, che si sono mantenuti su livelli sostenuti, allargando ancora di più la «forbice» tra i listini all’origine e quelli praticati al dettaglio.
Altro elemento allarmante -rimarca la Cia- è quello relativo ai formaggi. I produttori sono in seria difficoltà. Per comprendere la rilevanza della questione, basti ricordare che il 40 per cento del latte europeo viene trasformato in formaggio. Le vendite sono diminuite sensibilmente, mentre i costi hanno subito un deciso aumento. Il che ha aggravato lo scenario, di per sé già alquanto complesso. Per tale motivo si sollecitano misure che permettano di affrontare in modo adeguato le sfide del mercato. In tale direzione è importante l’etichettatura d’origine che permetterebbe di tutelare le produzioni, di garantire i consumatori e di valorizzare la qualità.
Un altro fronte sul quale intervenire -avverte la Cia- è quello degli aiuti diretti alle imprese lattiero-casearie. La Commissione Ue, che per ora propone soltanto l’anticipo dei pagamenti diretti, dovrebbe autorizzare gli Stati membri ad adottare misure di intervento di reale sostegno alle aziende (credito, sgravi fiscali e previdenziali, riduzione dei costi produttivi).