La burocrazia soffoca le imprese agricole
CIA: «Più semplificazione significa trasparenza, risparmio e risorse per lo sviluppo»
ROMA - Per il rafforzamento della competitività del sistema delle aziende agricole è strategico l’ottenimento di una semplificazione legislativa e burocratica dei rapporti tra impresa e Pubblica amministrazione. In questa direzione, è sicuramente positivo ed utile l’avvio e la realizzazione, anche nel nostro Paese, di un sistema di misurazione della burocrazia, dell’impatto della Pubblica amministrazione sulle imprese e sui cittadini. Su questo concetto fa perno la proposta della Cia-Confederazione italiana agricoltori che il presidente Giuseppe Politi ha inviato al ministro della Pubblica amministrazione e Innovazione Renato Brunetta, ringraziandolo per «il personale interesse dimostrato in materia di semplificazione amministrativa e riduzione degli oneri burocratici» ed espresso in una lettera inviata all’organizzazione.
Il presidente della Cia ricorda, in particolare, al ministro Brunetta che «allo stato attuale, costi e tempi delle procedure amministrative richieste per l’espletamento dell’attività agricola riducono l’efficienza e la produttività delle imprese e ne compromettono la competitività sui mercati». Da qui l’esigenza di un adeguato snellimento.
In questa direzione è sicuramente positivo ed utile, secondo Politi, l’avvio e la messa in piedi, anche nel nostro Paese, di un sistema di misurazione della burocrazia, dell’impatto della Pubblica amministrazione sulle imprese e sui cittadini. «Un sistema di misurazione e controllo che consenta di qualificare i costi amministrativi, indirizzando di volta in volta l’azione riformatrice verso le aree di maggiore sofferenza, esperienza che ha dato i primi risultati sui settori-procedure-adempimenti messi sotto esame».
«Nel febbraio scorso, a proposito di misurazione, abbiamo trasmesso -scrive il presidente della Cia- le nostre proposte, all’Unità di semplificazione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ed al ministero per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, sui procedimenti da mettere sotto esame: aiuti comunitari e domanda unica, fascicolo aziendale e registro unico aziendale, fascicolo unico del cittadino, sportello unico per le attività produttive e le imprese, semplificazioni in materia di lavoro, legislazione sulla sicurezza alimentare, razionalizzazione del sistema dei controlli, legislazione in materia di ambiente».
«Il nostro auspicio è che anche il settore agricolo -sottolinea Politi- sia monitorato a partire da queste tematiche che riteniamo, al momento, prioritarie. Più semplificazione amministrativa e legislativa significa, così, risparmio, trasparenza e, soprattutto, recupero di risorse che possono essere destinate allo sviluppo e alla competitività».
«A nostro avviso occorrono, infatti, interventi convergenti ed integrati in tema di semplificazione. Spesso -afferma il presidente della Cia- si registra che l’efficacia o le ricadute positive di un provvedimento assunto da una istituzione e/o ente vengano compromesse o addirittura rimosse da provvedimenti intrapresi da altri soggetti che hanno obiettivi e finalità soltanto ‘diverse’, non necessariamente in contrapposizione con le precedenti, delle quali possono ignorare l’esistenza o addirittura non comprenderne appieno la portata».
«Il nostro lavoro sulla semplificazione -rimarca il presidente confederale- fa perno sul fascicolo unico digitale e sul registro unico aziendale. La valorizzazione di questi due strumenti può determinare una significativa semplificazione degli adempimenti burocratici in tempi immediati. In particolare, il fascicolo aziendale, digitale e cartaceo, può diventare lo strumento base ed unico per lo scambio informativo tra impresa ed amministrazione non solo per l’erogazione degli aiuti Pac e le ottemperanze della eco-condizionalità, ma anche per gli altri interventi dichiarativi inerenti, per esempio, la normativa igienico sanitaria, quella ambientale, l’Uma, gli aggiornamenti catastali, in materia di lavoro, eccetera. Rileviamo, però, con rammarico che, fino ad oggi, non si tiene conto e non si valorizza l’anagrafe delle aziende agricole. E’ un limite della Pubblica amministrazione inaccettabile, va rimosso tempestivamente».
Infine, Politi sostiene che «una riduzione del 25 per cento del carico dell’apparato burocratico, che nel nostro Paese pesa per il 4,5 per cento sul Prodotto interno lordo (contro il 3,5 per cento dell’Unione europea), può determinare un taglio di oltre 5 miliardi di euro. Una somma con la quale si possono mettere in moto interventi a sostegno della ripresa economica e, quindi, dei vari settori produttivi».
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