12 ottobre 2025
Aggiornato 13:00
I problemi aperti restano ancora tanti

Dpef: per l’agricoltura nulla di concreto

Imprese sempre più in difficoltà sotto la morsa dei costi

ROMA - «Per l’agricoltura ancora nulla. Nel Dpef approvato dal Consiglio dei ministri del 15 luglio scorso non troviamo assolutamente alcuna misura che riguardi specificatamente il settore. Non comprendiamo, quindi, i toni trionfalistici usati dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia il quale ha sostenuto che nel documento vengono evidenziati come indispensabili alcuni mirati interventi a sostegno delle imprese. Da un’attenta lettura tutto ciò non ci risulta affatto. Siamo ancora una volta alle solite: tante promesse e pochi fatti concreti». Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi per il quale davanti alla crisi del mondo agricolo non s’intravedono provvedimenti realmente incisivi.

«Se, comunque, il ministro Zaia è in possesso di un documento diverso da quello che noi abbiamo visionato, ce lo fornisca e siamo ben lieti di esserci sbagliati. Ci appare, tuttavia, strano che -aggiunge Politi- il Dpef, proprio per la sua impostazione tecnica di indicare le linee guida dell’economia dei prossimi anni- consideri ‘indispensabili’, come sostenuto dallo stesso ministro, interventi per il Fondo di solidarietà, la stabilizzazione delle agevolazioni previdenziali e sull’accisa per il gasolio per l’impiego sotto serra, per il ripristino degli stanziamenti del Piano irriguo nazionale, per il rafforzamento delle strutture di controllo (Agea, Cfs, Icq), per il rilancio dell’azione di Buonitalia e del fondo di investimenti del ministero».

«Nel Dpef -rileva il presidente della Cia- riscontriamo i tre obiettivi che il governo -come ha affermato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti- ritiene prioritari: la stabilità del bilancio pubblico, la coesione sociale e il credito, la liquidità alle imprese. A questi si aggiunge l’impegno, sempre del governo, di agire per trasformare l'attuale crisi in un'opportunità di sviluppo e di rilancio per l'economia italiana, e più in generale di progresso sociale per il Paese».

«Probabilmente, il ministro Zaia, con le sue affermazioni, ha semplicemente trasformato -sottolinea Politi- le linee guida del documento di programmazione economica in sostegno al settore agricolo. Ma da qui ad annunciare provvedimenti per l’agricoltura ce ne vuole. Intanto, gli agricoltori continuano a fare i conti con il Fondo di solidarietà privo di risorse, con alcuna misura tesa ad alleviare i pesanti costi produttivi e contributivi, con un’assenza di politiche per rilanciare lo sviluppo e la competitività delle imprese».

«Possiamo essere d’accordo con il ministro -conclude il presidente della Cia- quando sostiene che occorre portare avanti strategie per difendere e valorizzare il ‘made in Italy’, per potenziare le infrastrutture logistiche per accrescere la competitività e rafforzare la qualità e la sicurezza alimentare. Ma siamo ancora all’enunciazione di principi. Quello che oggi, purtroppo, manca è la concretezza degli interventi. E questo vogliono i nostri agricoltori».