Latte: risolviamo prima il problema del prezzo alla stalla
Sull’etichetta d’origine dei formaggi il ministro predisponga un apposito decreto
ROMA - «Prima dell’etichettatura d’origine dei formaggi, pur di grande rilevanza per il settore lattiero-caseario e per i nostri produttori agricoli, credo che vadano risolte questioni di primaria importanza per gli allevatori: il prezzo del latte alla stalla, che oggi è più basso di quello praticato venti anni fa; i costi sempre più insostenibili che stanno praticamente dimezzando i redditi delle imprese zootecniche da latte».
E’ quanto sottolinea il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito alla manifestazione di un’organizzazione agricola annunciata per il prossimo 21 luglio al Brennero e al quale ha dato adesione il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia.
«Al di là delle motivazioni che hanno spinto il ministro a partecipare ad una iniziativa di carattere sindacale, pensiamo che è il momento -aggiunge Politi- di intervenire seriamente in un settore, appunto quello del latte, che vive una crisi profonda. Gli allevatori sono alle prese con una situazione che ormai ha assunto aspetti drammatici. C’è bisogno assoluto di fatti concreti. I produttori agricoli sono stanchi e chiedono da subito risposte realmente valide».
«Se poi l’etichettatura d’origine rappresenta un problema di vitale importanza, invitiamo il ministro Zaia -sottolinea ancora il presidente della Cia- a predisporre un immediato decreto, come era stato fatto, nel 2007, con l’olio di oliva. All’epoca l’Ue si scagliò duramente contro questa scelta che poi, invece, risultò vincente, visto che è stata adottata dalla stessa Commissione di Bruxelles».
«Sul prezzo del latte alla stalla e i problemi conseguenti degli allevatori -conclude Politi- il ministro, peraltro, convocò un Tavolo di filiera nel mese di maggio. A tuttora, però, constatiamo con rammarico che nessun risultato è stato raggiunto, salvo il cosiddetto ‘Piano industriale’ che, tuttavia, non si è trasformato in nessun reale provvedimento a favore delle aziende zootecniche».