2 maggio 2024
Aggiornato 03:00
Banche e credito

Cgia: «In Italia i tassi a breve sono i più alti d'Europa»

Bortolussi: «Così si penalizzano le piccole e micro imprese»

MILANO - I tassi di interesse a breve termine applicati alle aziende italiane sono i più alti tra i principali paesi d'Europa, situazione che penalizza soprattutto le piccole e micro imprese del nostro tessuto produttivo. A lanciare l'allarme è Giuseppe Bortolussi, leader degli artigiani e dei piccoli imprenditori della Cgia di Mestre, sulla base dell'elaborazione realizzata dall'Ufficio Studi dell'associazione sul rapporto tra banche e imprese avvenuto in Europa nei mesi di profonda crisi (settembre 2008-maggio 2009).

I tassi applicati in Italia a maggio di quest'anno per prestiti inferiori a un anno toccano la soglia del 4,37% contro il 4,02% della media dei 16 Paesi dell'area euro ma, soprattutto, contro il 4,13% della Germania, il 3,98% della Spagna, il 3,7% dell'Olanda e il 3,37% della Francia. «E' vero - afferma Bortolussi - che in Italia la contrazione dei tassi avvenuta nel periodo, pari al 2,44%, è stata la più elevata tra i Paesi presi in esame, ciò non toglie, però, che lo spread era e rimane il più alto tra i paesi leader della Ue». Per contro, invece, i tassi a lungo termine superiori ai 5 anni vedono le banche italiane essere più virtuose delle colleghe europee.

«Questi dati ci dicono che oltre alla stretta creditizia attuata in questi mesi vi è stato anche un costo più caro del denaro a breve. Questa situazione ha penalizzato soprattutto le piccolissime imprese - sottolinea Bortolussi - Infatti, chi ricorre ai prestiti a breve termine sono soprattutto le micro imprese che hanno la necessità di fare quelle operazioni di cassa, come l'anticipo delle fatture o lo scoperto di conto corrente, che servono per mantenere in vita queste attività». «Proprio per questo - conclude - è fondamentale non solo la moratoria di un anno dei debiti delle imprese ma che i piccoli imprenditori siedano al tavolo del delle trattative con il governo».