29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
G8 Agricoltura

12 mld per piano agricolo secondo Financial Times

E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare l’articolo in prima pagina del Financial Times

ROMA - La volontà di destinare 12 miliardi di dollari in tre anni a sostegno della sicurezza alimentare, spostando le risorse dall’aiuto alimentare agli investimenti a lungo termine in agricoltura, raccoglie le indicazioni, emerse dal G8 Farmes Union Meeting che si è tenuto a Roma che invitava ad investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione, che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero.

E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare l’articolo in prima pagina del Financial Times che riporta alcune anticipazioni sulla bozza di dichiarazioni finali nella quale si legge che «la tendenza combinata di una riduzione degli investimenti di lungo termine in agricoltura, la tendenza dei prezzi e la crisi economica hanno determinato un aumento della fame» e che «la sicurezza alimentare e strettamente connessa con la crescita economica, il progresso sociale come pure la stabilità politica».

Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e - ha sottolineato Marini - occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero. Alle agricolture di tutto il mondo - ha proseguito Marini - devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori, come evidenziato nel documento elaborato al G8 Farmers meeting che si è svolto a Roma su iniziativa della Coldiretti. La speculazione sulla fame - ha denunciato Marini - ha bruciato nel mondo quasi 200 miliardi di dollari solo per il grano con le quotazioni internazionali che sono dimezzate in un anno da 10 dollari per bushel (0,37 dollari al chilo) dello scorso anno a poco più di 5 dollari per bushel (0,18 dollari al chilo) mentre i prezzi dei prodotti alimentari derivati come pane e pasta hanno continuato ad aumentare nei paesi ricchi e in quelli poveri. Nonostante il forte calo dei prezzi alla produzione agricola rimangono alti i prezzi al consumo, con il numero persone in stato di sotto nutrizione che nel 2009 raggiungerà per la prima volta un livello storico con 1,02 miliardi, secondo la Fao.

Gli effetti disastrosi della crisi economica confermano che il cibo non è una commodity qualunque il cui acquisto può essere rinviato di un anno, come nel caso delle automobili, e per questo - ha precisato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - sono necessarie politiche specifiche per mantenere viva e sviluppare l'agricoltura. L'emergenza alimentare - ha continuato Marini - non si risolve con i prezzi bassi all'origine per i produttori perché questi non consentono all'agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive.

Gli agricoltori di Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti e Italia - ha concluso Marini - chiedono ai «Governi dei paesi del G8 di mettere in atto politiche e investimenti volti a favorire la crescita delle loro agricolture, oltre a tenere presenti le necessità delle imprese agricole dei Paesi in Via di Sviluppo e delle loro popolazioni». Si tratta di «assicurare la sovranità, l'approvvigionamento alimentare e un'adeguata offerta di prodotti agricoli, per far fronte alla domanda di una popolazione mondiale che raggiungerà i 9 miliardi entro il 2050» .