Niente feste in agriturismo se sindaco non autorizza
Le serate danzanti non possono essere aperte al pubblico
ROMA - Niente feste, aperte al pubblico, in agriturismo senza autorizzazione del sindaco. A richiamare le strutture agrituristiche ai propri obblighi, maggiori rispetto a quelli che gravano su normali ristoranti e locali pubblici, è la Cassazione che ha respinto il ricorso dei gestori di un agriturismo pugliese condannati a pagare una multa per aver organizzato una serata danzante aperta a chiunque volesse partecipare.
In particolare i giudici della seconda sezione civile, con la sentenza 15375, hanno sottolineato che l'attività dell'agriturismo, che può beneficiare di agevolazioni fiscali e contributi, non può essere equiparata a quella di una qualsiasi altra struttura ricreativa o di ristorazione. In pratica, gli eventi che organizza devono essere riservati ai clienti, a coloro cioè che hanno gli altri servizi, a pagamento, messi a disposizione dall'agriturismo. Non è possibile consentire l'ingresso libero dei passanti: l'agriturismo a «porte aperte» non è previsto. E' invece possibile, spiega la Cassazione, chiedere l'autorizzazione al sindaco per derogare ai limiti imposti dalle norme in materia. Un'autorizzazione, aggiunge la Corte, che si giustifica per esigenze di «ordine pubblico».
Insomma, l'agriturismo di Cassano delle Murge deve pagare la multa di 258 euro che era già stata confermata dal giudice di pace di Acquaviva delle Fonti per avere organizzato a gennaio 2004 due feste danzanti aperte al pubblico e senza autorizzazione del sindaco. Insomma, per l'agriturismo vale la regola: no autorizzazione, no party.
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