Inflazione, CIA: la crisi si conferma in tutta la sua gravità
«Subito interventi concreti a sostegno delle imprese agricole»
ROMA - «Sono dati che confermano chiaramente la preoccupante crisi in atto».. Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi commenta le rilevazioni provvisorie dell’Istat sull’andamento dell’inflazione a giugno che registra il livello più basso (più 0,5 per cento) dal 1968.
«Siamo in presenza -avverte Politi- di una congiuntura molto negativa che fa sentire i suoi effetti anche su un settore come quello agricolo che, a differenza di altri, sta reagendo meglio alle difficoltà economiche. La situazione, tuttavia, resta grave. E lo stesso andamento dei prezzi sui campi lo dimostra in maniera palese. A maggio i nostri agricoltori hanno registrato un calo del 12,7 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Una drastica diminuzione che, insieme ad un evidente calo dei consumi, ha contribuito a frenare la corsa dei listini sugli scaffali (più 1,9 per cento a giugno rispetto all’analogo periodo dello scorso anno e meno 0,1 per cento nei confronti di maggio) dei prodotti agroalimentari, riducendo la ‘forbice’ dalla produzione agricola alla tavola».
«I numeri che ci ha fornito l’Istat ci dicono -aggiunge il presidente della Cia- che non è oggi l’inflazione il pericolo maggiore, ma la presenza di una congiuntura ancora fortemente negativa che bisogna affrontare con rinnovate politiche economiche e di carattere sociale. I recenti provvedimenti varati dal governo non risolvono i problemi. Possono dare una semplice boccata d’ossigeno alle imprese. Occorre ben altro».
«Per ridare impulso e vigore alle aziende agricole sono necessari -sottolinea Politi- interventi mirati che permettano di ridurre, soprattutto, i pesanti costi produttivi e di aprire nuove prospettive. Fino ad ora si è andato avanti con meri palliativi che non sanano i problemi aperti. Gli imprenditori agricoli hanno dimostrato in questi anni grande volontà di intrapresa e anche oggi sono intenzionati a non mollare. E’ indispensabile, però, un segnale chiaro e concreto da parte del governo, che, però, tarda a venire».