24 aprile 2024
Aggiornato 04:30

Decreto governo: imprenditori contenti, i consumatori no

L'ABI farà conoscere la sua posizione il 2 luglio

MILANO - Detassazione del 50% degli utili reinvestiti, incentivi per chi non licenzia e per i corsi di formazione destinati ai cassintegrati. Il decreto anti-crisi varato dal governo ha già incassato il gradimento di Confindustria. venerdì il presidente Emma Marcegaglia ha definito positivo il provvedimento sia nella parte che defiscalizza gli utili reinvestiti - «in linea con le nostre richieste» - sia nella parte che introduce bonus per le imprese che rinunciano a licenziare.

Abbottonati gli imprenditori, almeno i più grandi, che rimandano alle dichiarazioni della Marcegaglia. Più disponibili a parlare i piccoli, che si mostrano comunque soddisfatti. «Mi sembrano misure condivisibili, l'impressione è più che positiva» spiega Fabio Talin, presidente di Securebag, azienda attiva nel settore delle macchine aeroportuali per la sicurezza dei bagagli, con circa 400 dipendenti sparsi in 12 Paesi e con una previsione di fatturato 2009 di 30 milioni di euro, di cui 12 in Italia. «La nostra azienda investirà di sicuro una parte degli utili in nuovi macchinari» spiega Talin «così come assumerà nuovo personale, anche se non credo si tratti di cassintegrati. Se devo fare un appunto al provvedimento del governo, però, è che pensa solo alle aziende in crisi. Sarebbe bene predisporre aiuti, per esempio nel campo della formazione, anche alle aziende in crescita come la nostra».

Il decreto del governo va anche a incidere sul settore bancario, imponendo un tetto a tutte le clausole contrattuali aventi per oggetto la commissione di massimo scoperto. Per il momento dall'Abi non trapela nessun commento, anche perché il prossimo due luglio è già in calendario un'audizione alla commissione finanze della Camera dei vertici dell'Abi proprio sul tema del massimo scoperto. Solo allora, fanno sapere dall'Abi, l'associazione dei bancari darà una valutazione puntuale sul decreto.

CONSUMATORI - Decisamente poco soddisfatte, invece, sono le associazioni dei consumatori. La Federconsumatori, attraverso il presidente Rosario Trefiletti, fa sapere che «nulla si fa in questo decreto anticrisi per migliorare il potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso» e che se «verrà confermato l`ulteriore slittamento della class action, allora questo governo avrà dato la prova definitiva di essere attento solo a chi è forte nel mercato».

Più sfumato il commento dell'Aduc, che, attraverso le parole del presidente Vincenzo Donvito, sul massimo scoperto parla di un'iniziativa positiva, ma che lascia «perplessi il fatto che il governo debba intervenire su questo argomento, mentre si sente la mancanza di un'authority con poteri effettivi». Sulla class action il presidente di Aduc è convinto che «siamo di fronte a un rinvio tombale» e che il governo sta affrontando il problema dell'occupazione «in modo marginale, perché non viene per nulla preso in considerazione il tema centrale del lavoro nero, con l'attuale legge sull'immigrazione che è una spinta all'illegalità diffusa».