Istat, Cgil: 317 rilevatori a rischio, bloccare licenziamenti
Fammoni: «C’è un evidente problema di tutela di questi lavoratori»
ROMA - «Fra i possibili dati negativi sull’occupazione c’è anche quello del futuro di 317 rilevatori dell’Istat che da 7 anni svolgono le interviste sullo stato dell’occupazione e che dal 1° luglio rischiano di restare disoccupati». A dirlo è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, che rilancia così l’allarme lanciato oggi da una delegazione della Flc-Cgil prima della conferenza stampa sull'indagine sulle Forze di lavoro.
«C’è un evidente problema di tutela di questi lavoratori - aggiunge il dirigente sindacale -, così come di tanti altri precari pubblici che il governo intende tagliare e ai quali va la nostra solidarietà e il nostro impegno per una soluzione positiva, a partire dal blocco dei licenziamenti». Ma c’è anche altro, così come affermano gli stessi lavoratori dell’Istat: «La soluzione alternativa - rileva Fammoni - parrebbe affidata ad interviste telefoniche. Con un evidente rischio: una metodologia cambiata in corso d’opera, possibile esclusione dal campione di segmenti di popolazione, e altro ancora».
«Proprio in un momento così delicato - continua -, in cui risulta evidente la necessità di rafforzare la rilevazione e di conoscere i dati in tempi reali, si può rischiare una alterazione delle stime e una loro non coerenza con quelle degli anni e dei trimestri precedenti. E’ una scelta sbagliata - conclude Fammoni - che si può e si deve fermare».
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