CIA: «I problemi per le imprese agricole restano pesanti»
Il valore aggiunto nei primo trimestre 2009 è sceso in termini congiunturali dell’1,3%
ROMA - L’agricoltura è l’unico settore che non crolla davanti ad una crisi incalzante. Sia il dato congiunturale che quello tendenziale del valore aggiunto registrano una sostanziale tenuta, anche se i problemi delle imprese restano alquanto difficili e i produttori continuano ad essere sempre più stretti dai costi produttivi, dai gravosi oneri contributivi e dalla mancanza di una politica realmente efficace e concreta. E’ quanto evidenzia la Cia-Confederazione italiana agricoltori a commento dei dati Istat sul Prodotto interno lordo (Pil) nei primi tre mesi del 2009 che segna un calo record del 6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008.
Dopo un anno di crescita, seppur lieve, il settore primario -avverte la Cia- registra nei primi tre mesi un calo del valore aggiunto, rispetto al quarto trimestre del 2008, dell’1,3 per cento e un leggero incremento (più 0,1 per cento) nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso. Questo non significa, però, che la crisi è passata e che i problemi siano scomparsi. Tutt’altro. Sono dati che mettono in evidenza tutte le difficoltà e le pressanti questioni che oggi sono costretti ad affrontare gli imprenditori agricoli del nostro Paese.
Praticamente, il trend dell’agricoltura -aggiunge la Cia- non è in linea con il rallentamento generalizzato e pesante dell’economia nazionale. Infatti. nel primo trimestre del 2009 la flessione congiunturale è ben più ridotta di quella del valore aggiunto dell’industria in senso stretto (meno 7,7 per cento), del settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (meno 2,4 per cento), del settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali (meno 1,4 per cento).
Ancora diverso è il discorso relativo ai dati in termini tendenziali. Se il valore aggiunto agricolo segna un una cifra positiva, per l’industria in senso stretto -segnala la Cia- si ha un crollo del 16,7 per cento, per le costruzioni una diminuzione del 5,6 per cento e per quello dei servizi un calo del 2,6 per cento.
Nonostante ciò, i problemi del settore, come più volte denunciato, rischiano, tuttavia, di aggravarsi ulteriormente se non si interviene in maniera realmente efficace e tempestiva. L’agricoltura italiana -sottolinea la Cia- mostra ancora evidenti segni di affanno. Un panorama in chiaro-scuro che ha bisogno di una scossa, di una politica nuova di svolta.
Gli agricoltori vivono ancora una crisi strutturale e una competitività in costante frenata. Per tale motivo -conclude la Cia- c’è l’esigenza di promuovere azioni condivise per un nuovo progetto che passa inevitabilmente per la Conferenza nazionale sull’agricoltura che va svolta in tempi rapidi.
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