20 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Crisi economica

Megale (CGIL): Eurostat conferma gravità crisi

«Napolitano invita a coesione sociale ma esecutivo non apre tavoli»

ROMA - «Il dato Eurostat sulla caduta del Pil nel primo trimestre rappresenta una conferma ulteriore della gravità della crisi mentre il governo continua ad essere inerte». E’ quanto afferma il segretario confederale della CGIL, Agostino Megale, in riferimento ai dati resi noti oggi dall’istituto di statistica europeo. Per il dirigente sindacale, inoltre, «il dato sul Pil, su base tendenziale, significa una caduta a marzo di –5,9 punti nel 2009, che porta inevitabilmente ad un Pil annuo a –5%, così come indicato dal Governatore della Banca d’Italia».

Inoltre, osserva Megale, «le conseguenze più immediate sono sull’occupazione, sui redditi e sul sistema produttivo, ricordando che in autunno raggiungeremo il punto più critico». Sull’occupazione, spiega, «tra il 2009 e il 2010 un calo del Pil così consistente comporterà un incremento della disoccupazione che coinvolgerà 1,1 milioni di lavoratori in più: i giovani disoccupati sotto i 35 anni saranno +639.777 rispetto al 2008, per un totale di 1.584.777 giovani disoccupati alla fine del biennio. Le donne disoccupate (comprese quelle sotto i 35 anni) saranno invece +548.009 nel 2010, per un totale di 1.465.924 donne che resteranno senza lavoro alla fine del biennio. Una buona parte di questi lavoratori a rischio si trova nei 2 milioni di contratti a termine ricordati dal Governatore Draghi».

Quanto ai riflessi sui redditi, continua il segretario confederale, «già oggi in Italia circa 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese. Circa 6,9 milioni ne guadagnano meno di 1.000, di cui oltre il 60% sono donne. A tutto questo si aggiungono gli oltre 7,5 milioni di pensionati che guadagnano meno di mille euro netti mensili. Secondo i dati Bankitalia, Il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane. E a far parte delle famiglie più ricche sono da più di 15 anni le famiglie di imprenditori e lavoratori autonomi. Il reddito disponibile familiare tra il 2002 e il 2008 ha registrato infatti una perdita di circa 1.599 euro nelle famiglie di operai e 1.681 euro nelle famiglie con «capofamiglia» impiegato, a fronte di un guadagno di 9.143 euro per professionisti e imprenditori». In più, aggiunge il sindacalista, «l’impatto della crisi sulla distribuzione del reddito e sull’equità, considerando l’abbattimento delle retribuzioni per effetto del ricorso agli ammortizzatori sociali, produrrà un ulteriore perdita di potere d’acquisto per le famiglie di lavoratori. Gli stessi consumi delle famiglie contano a marzo 2009 una variazione tendenziale negativa pari a –5,2 punti percentuali».

In tutto questo quadro, afferma, «il Governo italiano continua ad essere inerte. In Europa sono stati stanziati interventi anti-crisi da tutti i principali paesi industrializzati per un valore che va tra il 2% e il 4% del PIL (tra i 26 e i 90 miliardi di euro), mentre in Italia è stato previsto appena lo 0,3% in due anni (appena 4,8 miliardi). Ancora oggi - conclude Megale -, nonostante le parole del Presidente della Repubblica, che invita ad una maggiore coesione sociale, il Governo non ha attivato quel tavolo di confronto con le parti sociali sulla crisi da noi richiesto, ormai da otto mesi».