25 aprile 2024
Aggiornato 09:00

Coldiretti a Carrefour: separare latte italiano da straniero

Marini: «Se questo avverrà, troverà il forte e pieno apprezzamento degli allevatori e dei consumatori»

ROMA - «Siamo sicuri che la responsabilità che Carrefour ha voluto dimostrare la saprà arricchire anche con una scelta volontaria di trasparenza sugli scaffali tenendo separati i prodotti ottenuti con vero latte italiano da quelli realizzati con latte, polveri o cagliate provenienti dall’estero». E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «se questo avverrà, troverà il forte e pieno apprezzamento degli allevatori e dei consumatori poiché si stima che, senza alcuna indicazione in etichetta, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere».

Alla grande distribuzione - ha sottolineato Marini - chiediamo di tenere separati sugli scaffali gli spazi dedicati al vero prodotto alimentare italiano da quelli del finto Made in Italy ottenuto con prodotti importati e di accompagnare la nostra richiesta di estendere l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta a tutti i cibi, a partire dal latte a lunga conservazione, come abbiamo sostenuto in occasione del tavolo sulla filiera latte convocato dal Ministro delle politiche agricole Luca Zaia. Una strada aperta poiché, dopo il nostro incontro con la Commissaria Europea all’Agricoltura Mariann Fischer Boel a Bruxelles, la Commissione Europea ha varato il documento sulla qualità che prevede di «estendere l'etichettatura che identifica il luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo».

TRASPARENZA - La speculazione sui prezzi si combatte con la trasparenza dell'informazione e per questo - ha precisato Marini - è necessario estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione (UHT), ma anche rendere pubblici gli elenchi delle ditte che utilizzano prodotti lattiero caseari stranieri all’insaputa dei consumatori. Sul piano della contrattazione, la Coldiretti sostiene la proposta del Ministro Luca Zaia per l’identificazione e definizione degli indici di riferimento nella definizione con l’industria italiana di un prezzo di base del latte alla stalla con riguardo alle caratteristiche e ai prezzi dei prodotti caseari italiani, nonché dei costi di produzione sostenuti dalle imprese di allevamento.

FILIERA DEL LATTE - Da parte della Coldiretti sono state individuate misure d’intervento per la filiera del latte e dei prodotti lattiero- caseari per il breve ed il lungo periodo. Nell’immediato, occorre attivare tutti i meccanismi previsti dell’organizzazione di mercato del latte per i formaggi duri italiani (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Fiore sardo, Pecorino, Provolone ecc.). Interventi per il contenimento dei costi e l’accesso al credito, ma anche controlli sulle importazioni di prodotti lattiero caseari e soprattutto pubblicità su internet delle ditte di destinazione delle importazioni di polvere di latte e cagliate dall’estero sono alcune delle misure che la Coldiretti chiede di attivare immediatamente. In Italia - ricorda la Coldiretti - nell’ultimo anno sono arrivati 86 milioni di quintali di latte equivalente tra polveri, cagliate, formaggi, cisterne di latte liquido o confezionato.

MAPPATURA - Per garantire la veridicità del prodotto caseario, la Coldiretti chiede anche la mappatura mediante l’utilizzo di isotopi estesa a tutto il territorio nazionale mentre sul piano commerciale è necessario intervenire con norme per agevolare le imprese agricole all’accesso nella distribuzione tradizionale e organizzata, e alla partecipazione a bandi e gare d’appalto per favorire il consumo nelle mense pubbliche di latte e derivati. Facilitare lo sviluppo delle filiere corte dei prodotti lattiero caseari, mediante la vendita diretta presso i Farmer Market, distributori automatici e altro può peraltro assicurare nuovi sbocchi di mercato piu’ remunerativi per gli allevatori, mentre - conclude la Coldiretti -. sul piano organizzativo occorre una ridefinizione dei ruoli e delle regole dell’attività dei consorzi di tutela dei formaggi italiani.