24 aprile 2024
Aggiornato 02:00

Agricoltura, CIA: gravi ritardi negli aiuti UE

Forte preoccupazione tra i produttori

ROMA - Alle difficoltà si sommano le difficoltà. Non bastavano i pesanti costi produttivi e gli oneri contributivi, ora gli agricoltori sono costretti a fare i conti anche con gravissimi ritardi da parte degli Organismi Pagatori nell’erogazione degli aiuti europei e con una burocrazia che diventa sempre più opprimente. Ritardi che stanno provocando un generale stato di disagio e forte preoccupazione tra i produttori che vedono crescere a dismisura i loro problemi.

La denuncia viene dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi che ha chiesto immediati interventi in una lettera inviata ai ministri delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, della Pubblica amministrazione e innovazione Renato Brunetta, della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, al commissario dell’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) Franco Contarin e agli altri assessori regionali all’Agricoltura. Interventi indispensabili per ripristinare al più presto la normalità operativa e rispondere con tempestività alle esigenze delle imprese agricole.

I ritardi che si sono accumulati in questi mesi -avverte la Cia- sono dovuti essenzialmente al farraginoso sistema informativo dell’Agea, che funziona male e non riesce a smaltire nei tempi dovuti le richieste degli agricoltori.
Particolarmente grave -sottolinea la Cia- è la situazione per le domande relative ai Piani di sviluppo rurale. Allo stato attuale sono state liquidate poco più del 50 per cento delle domande presentate nel 2007 (ma si registrano situazioni pesanti in alcune regioni, dove l’istruttoria e l’ammissibilità sono assai complesse sotto il profilo burocratico). Drammatico è, invece, lo scenario 2008, periodo per il quale non è stata liquidata alcuna pratica.

Difficile anche il fronte relativo alle domande uniche. Finora è stato liquidato l’87 per cento delle richieste, mentre una parte rilevante della restante percentuale, oltre alla fisiologica incidenza di errori ed omissioni, riguarda ancora una volta la questione dei pascoli, aggravata ed ampliata dal cosiddetto «refresh» di tutte particelle dei due terzi delle province italiane, intervenuto dopo la presentazione delle domande uniche 2008.
Oltretutto, proprio il «refresh» ha comportato -sottolinea la Cia- uno scombussolamento di tutti i dati in archivio. E a causa di ciò, alla vigilia della scadenza comunitaria del 15 maggio, sono state presentate, per il 2009, appena il 20 per cento delle domande sia uniche che per i Piani di sviluppo rurale. Il sistema informatico Agea si è, quindi, dimostrato inaffidabile.

Una situazione che sta sottoponendo -ricorda la Cia- i Caa (Centri di assistenza agricola) a veri «tour de force», ad un lavoro spasmodico per ottemperare alle richieste degli agricoltori. Un lavoro che, oltretutto, non è affatto valorizzato. Ma nei Caa, continua a crescere la preoccupazione per l’ormai ravvicinata scadenza comunitaria.
Come uscire da questo grave scenario? La Cia chiede che il sistema informatico dell’Agea torni al più presto alla normalità e che i rapporti tra la stessa Agea, il ministero e le Regioni venga migliorato e sia reso realmente sinergico. Solo così si possono dare le risposte che attendono gli agricoltori che non possono continuare ad operare tra le difficoltà e le incertezze.

Il presidente della Cia Politi, nella lettera, sottolinea, infatti, che «ridare responsabilità all’azienda agricola, tramite un percorso di certificazione dei propri adempimenti, potrebbe ridurre finalmente l’enorme costo del sistema di gestioni degli aiuti e dei controlli che sopportiamo in Italia, e rendere più efficiente l’intero sistema nazionale».
«E’ necessario ridare strategia condivisa al settore per dare certezza agli agricoltori e -scrive Politi- ridurre lo spreco di risorse che viene imputato al nostro Paese per gli adempimenti mal organizzati, ed anche il governo degli Organismi Pagatori dovrebbe uniformarsi a questo principio».