20 aprile 2024
Aggiornato 13:30

Pelli, Confagricoltura: sottoprodotto in perdita

«Il costo ricade ingiustamente sulle aziende zootecniche»

ROMA - Nell’attuale contesto economico, costantemente monitorato da Confagricoltura, desta preoccupazione l’atteggiamento delle strutture di macellazione che da alcuni mesi, in virtù dello stato di crisi che sta interessando il settore delle pelli, il cui valore si è praticamente azzerato, tendono a scaricare tale perdita sul settore primario.

Di fatto le pelli, sottoprodotto dell’industria da cui si ricava il cuoio (che fino a un anno fa rappresentavano una rendita non trascurabile per le strutture di macellazione) sono considerate oggi dalle strutture di macellazione un costo che, in maniera ingiustificata, ricaricano sui valori liquidati ai produttori/allevatori.

Confagricoltura, nel sottolineare che il settore zootecnico viene da tempo sottoposto a pressanti ed inaccettabili richieste di compartecipazione alla copertura delle maggiori tariffe praticate per il ritiro dei materiali specifici a rischio e degli altri sottoprodotti della macellazione, evidenzia che gli allevatori non possono farsi carico anche dei costi richiesti per lo smaltimento delle pelli.

Di contro, rimarca Confagricoltura, anche i costi di produzione negli allevamenti sono notevolmente saliti negli ultimi anni (ad esempio quelli di fertilizzanti, mangimi, energia gasolio) ma in nessun caso tali costi si sono trasferiti nella catena del valore della carne; bensì sono stati sostenuti dall’azienda zootecnica che, con notevoli sforzi, ha continuato a credere nella produzione, mantenendo e garantendo elevati standard qualitativi.