28 agosto 2025
Aggiornato 04:30

Lombardia: nel primo trimestre 2009 15.410 lavoratori messi in mobilità

Il 55% dei licenziati dell'intero 2008

MILANO - Nel primo trimestre del 2009, 15.410 persone, il 55% del totale dei lavoratori licenziati dell'intero 2008, hanno perso il posto di lavoro in Lombardia. Al 10 marzo 1.126 imprese avevano fatto ricorso agli ammortizzatori in deroga per 8.700 lavoratori, un dato superiore a quello di tutto il 2008. Nei primi due mesi dell'anno sono state autorizzate circa 17 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione ordinaria e 4 milioni e mezzo di straordinaria.

Le province che hanno registrato gli aumenti più consistenti della cigo sono state Brescia, Cremona, Mantova e Pavia (rispettivamente +881%, +1196%, +642,5%, +502,4%). La cigs è cresciuta soprattutto a Como, Lecco e Varese (+1853%, +298%, + 192%). I settori più colpiti sono quelli manifatturieri della metallurgia, meccanica e chimica. Gli interventi della cassa straordinaria sono maggiormente richiesti dalle imprese con più di 15 addetti.

Sono solo alcuni dei dati, regionali e provinciali, elaborati dalla Cisl Lombardia, contenuti nel rapporto congiunturale sul mercato del lavoro predisposto in occasione del 10° congresso del sindacato regionale che si apre domani nel capoluogo lombardo. Lo studio è stato presentato oggi a Milano dal segretario generale Gigi Petteni. «Il ricorso massiccio da parte delle imprese alla cassa ordinaria spiega perché i dati sulla disoccupazione finora registrati siano ancora contenuti - ha sottolineato Petteni -. Le imprese hanno sostanzialmente atteso di vedere gli sviluppi della crisi ricorrendo, fin dove possibile, a strumenti che permettessero di andare avanti senza riduzioni di personale. Ora noi diciamo che nessuno deve uscire dal mercato del lavoro e alle imprese chiediamo una moratoria sui licenziamenti - ha aggiunto -. Predisponiamo tutti gli strumenti necessari e facciamo un Patto per il lavoro che oggi sostenga il lavoratore e domani restituisca un capitale umano più preparato, più motivato e pronto».

I dati più preoccupanti sono quelli riferiti ai lavoratori in mobilità, ormai espulsi dal processo produttivo: 5.437 di questi sono stati estromessi in seguito a licenziamenti collettivi, mentre gli altri 9.973 erano dipendenti di aziende con meno di 15 addetti. Le province che registrano il maggior numero di iscrizioni alle liste di mobilità sono quelle di Bergamo, Brescia, Milano e Varese. Lo scorso anno i lavoratori lombardi posti in mobilità sono stati 27.735, nel 2007 furono 25.064.

I primi lavoratori a sentire l'impatto della crisi sono stati gli interinali, che hanno subito una pesante battuta d'arresto già a partire dal 2008. Le missioni avviate in Lombardia lo scorso anno, infatti, sono state 345mila, circa 2mila in meno rispetto all'anno precedente. Allo stesso tempo le cessazioni sono aumentate, passando da 343mila a 350mila nel 2008, con un saldo negativo di 5mila unità, mentre fino all'anno precedente il numero di avviamenti è sempre stato superiore alle cessazioni. La contrazione deriva esclusivamente da tre comparti produttivi: l'industria manifatturiera, il credito e i servizi alle imprese e, in misura minore, il settore degli alberghi e dei ristoranti. Se si considera solo l'ultimo trimestre del 2008, le province che registrano le maggiori contrazioni del ricorso al lavoro di somministrazione sono Bergamo (-41,6%), Brescia (-40,4%), Lecco (-42,5%) e Varese (-42,8%), le stesse in cui aumenta fortemente il ricorso alla cassa integrazione.