18 aprile 2024
Aggiornato 12:00
«Contro la concorrenza internazionale e la crisi non servono dazi»

Agricoltura: per vincere ricerca e innovazione

Rabboni propone un «patto» al Ministero e alle imprese agricole. Un convegno oggi a Bologna sulla ricerca in agricoltura

BOLOGNA - «Per far fronte alla concorrenza internazionale  e contrastare la crisi non serve introdurre dazi come propone il ministro Zaia. Servono invece più internazionalizzazione, più innovazione, più ricerca.  Una ricerca pubblica, fatta nell’interesse generale, in grado di dare una risposta ai cambiamenti climatici, alla riduzione delle risorse naturali, alla crescita demografica, ai mutati stili di vita. E di contrastare la recessione in atto, puntando sulla qualità.» Lo ha detto oggi a Bologna aprendo i lavori del convegno «Coltivare innovazione. La ricerca agricola in Emilia-Romagna», l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni.

A fronte di  risorse pubbliche nazionali in calo, Rabboni ha chiesto un «patto al Ministero da un lato e alle imprese agricole dall’altro». Al Ministero Rabboni   propone una maggiore integrazione tra le diverse strutture di ricerca nazionali  e regionali  presenti sul territorio emiliano-romagnolo: il Centro di ricerca per la genomica di Fiorenzuola d’Arda (PC), l’Unità di ricerca in suinicoltura di Modena, il CRPA di Reggio Emilia e la Stazione sperimentale delle Conserve di Parma.  Alle imprese agricole   la richiesta dell’Assessore è di dare vita a forme associate per concorre ai bandi cofinanziati dalla Regione. Due in particolare i settori su cui la Regione si impegna a concentrare in futuro le proprie risorse: quello della ricerca applicata e dei progetti immediatamente brevettabili e quello delle produzioni tipiche.

Il convegno, che è stato chiuso dal rettore dell’Università di Ferrara Patrizio Bianchi, ha permesso di fare un bilancio degli investimenti in ricerca  compiuti dalla Regione negli ultimi dieci anni. Dal 1998 a oggi sono stati finanziati  885 progetti di ricerca  con una spesa pari a 85 milioni di euro,  che sale a 210 milioni di euro se si considerano anche le risorse per l’assistenza tecnica e la formazione.
 «L’obiettivo del 2,5% del PIL agricolo destinato allo sviluppo della conoscenza , fissato dalla strategia di Lisbona per il 2010, - ha sottolineato Rabboni - questa Regione lo ha raggiunto da tempo».

Un impegno che la Regione intende continuare anche nel futuro. Per il 2009 è stato infatti varato un programma straordinario di ricerca che prevede risorse per 21,5 milioni di euro,  il 40% in più del passato. A queste vanno aggiunti  6 milioni di euro che finanzieranno progetti di ricerca di interesse generale, un settore in cui la Regione  ha   avviato collaborazioni  non solo con le Fondazioni bancarie dell’Emilia-Romagna, ma anche  con un Consorzio  nazionale di  15 Fondazioni bancarie, coordinato dalla Cariplo. Altri 7 milioni infine serviranno a sostenere il capitale umano. Si tratta infatti di risorse  destinate all’attività di assistenza tecnica e di consulenza professionale a favore delle aziende e degli imprenditori. Al convegno sono  intervenuti anche, tra gli altri, Paolo Bruni di Confcooperative, Mauro Tonello di Coldiretti, Giuseppe Politi della Cia, Renzo Piraccini di Legacoop, Mario Guidi di Confagricoltura,  Daniele Rossi di Federalimentare.