5 maggio 2024
Aggiornato 10:00

Nuovi modi per produrre biocarburanti dalle alghe

Il progetto BioMara finanziato dall'UE

Il 3 aprile è stato lanciato BioMara, un progetto che esamina il potenziale di varie forme di alghe per produrre biocarburanti. Il progetto da 6 Mio EUR ha ricevuto 4,87 Mio EUR dal programma Interreg IVA, gestito dall'organismo speciale per i programmi comunitari.

La riduzione della dipendenza dai carburanti fossili e il raggiungimento di una commistione di energia più sostenibile sono ai primi posti dell'agenda politica. L'importanza di produrre biocarburanti su scala industriale è stata sottolineata dall'invito del Parlamento europeo a che il 10% dei carburanti per il trasporto su strada provenga da fonti rinnovabili entro il 2020.

Una delle principali sfide da affrontare per sviluppare la produzione di biocarburanti sostenibili è la gestione delle risorse territoriali. La potenziale concorrenza con l'agricoltura, che in ragione della popolazione mondiale in crescita potrebbe portare ad un sostanziale aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, è fonte di grave preoccupazione. Inoltre, visto l'aumento delle risorse necessarie per la loro produzione, l'efficienza dei biocarburanti tradizionali non è ottimale.

Secondo il leader del progetto BioMara, la dott.ssa Michele Stanley dell'Associazione scozzese di scienze marine, «con le riserve di carburanti fossili in diminuzione e i livelli di biossido di carbonio atmosferico che influenzano i cambiamenti climatici, c'è un bisogno urgente di fonti di carburanti nuove, rinnovabili e con basse emissioni nette di carbonio [�] Le colture tradizionali di biocarburanti sono in concorrenza con l'agricoltura e la natura per accaparrarsi la terra e l'acqua. Ciò di cui abbiamo bisogno sono piante che crescono rapidamente e sono facili da utilizzare, e che prosperano in ambienti non usati per l'agricoltura o la salvaguardia della natura.»

BioMara esaminerà la fattibilità dell'uso sia di organismi microscopici, unicellulari, che producono direttamente petrolio, che di alghe, che crescono velocemente e possono essere raccolte per la loro biomassa.

«Le alghe marine potrebbero essere parte della soluzione,» ha detto la dott.ssa Stanley. «Le alghe crescono rapidamente, catturano il biossido di carbonio ed hanno strutture semplici che le rendono facilmente [convertibili] in carburante.»

Sebbene ci sia un considerevole interesse nell'algacoltura (coltivazione delle alghe per il loro uso come biocarburanti), non sono ancora disponibili metodi per una produzione su scala industriale. Progressi in questo campo sarebbero graditi, visto che le alghe non sembrano avere effetti sulle risorse d'acqua dolce, sono biodegradabili ed hanno un effetto trascurabile se rilasciate nell'ambiente. Possono inoltre essere coltivate in varie fonti d'acqua, comprese le acque di scarico. Comunque, i costi di avviamento e i costi operativi sono attualmente troppo alti perché l'acquacoltura sostituisca realisticamente altri carburanti commercialmente disponibili.

«Occorrono molta ricerca e sviluppo per liberare il potenziale dei biocarburanti da alghe,» ha detto la dott.ssa Stanley. «Oltre alle alghe, esamineremo quali ceppi di microalghe sono più adatti per la produzione di petrolio e la coltivazione su scala industriale. BioMara esaminerà ogni parte della catena logistica dell'energia, dalla coltivazione delle alghe all'uso del carburante in comunità remote.»

Il progetto BioMara si concentrerà sul sostegno alla produzione di biocarburanti e l'uso in comunità remote e rurali. Tra i partner si annoverano l'università scozzese di Strathclyde, la Queen's University di Belfast e l'università di Ulster nell'Irlanda del Nord, il Dundalk Institute of Technology e l'Institute of Technology, Sligo in Irlanda.

Al momento del lancio, Jim Mather, ministro scozzese per l'Industria, l'energia e il turismo, ha commentato che BioMara è «un progetto innovativo all'avanguardia della tecnologia dell'energia rinnovabile marina». Ha aggiunto che il progetto «comporta una pioneristica collaborazione internazionale tra partner scozzesi, irlandesi e dell'Irlanda del Nord, e rappresenta un'aggiunta importante al notevole insieme di attività per l'energia rinnovabile e verde già in corso in Scozia.»

Pat Colgan, direttore generale dell'organismo speciale per i programmi comunitari, ha aggiunto: «Con la sua risposta integrata alla sfida di ridurre le emissioni di CO2 sviluppando fonti alternative di energia basate sulla biomassa marina, BioMara fornisce un eccellente esempio di cooperazione per una regione internazionale sostenibile.»

Il programma Interreg IVA per il periodo 2007 - 2013 ha un budget di 240 Mio EUR per sostenere la collaborazione territoriale internazionale per l'Irlanda del Nord, la Zona di frontiera e la Scozia occidentale nei campi dell'impresa, del turismo, della collaborazione e delle infrastrutture. Il progetto BioMara è finanziato anche dal Programma di fondi strutturali dell'UE dell'Irlanda per il periodo 2007 - 2013, che è cofinanziato dal governo irlandese e dall'Unione europea.

Per maggiori informazioni, visitare:
BioMara:
http://www.biomara.org