Aranciata senza arance? La colpa non è di Bruxelles
Adiconsum: «il sen. Casoli spieghi il perché!»
ROMA - Dopo la levata di scudi di consumatori e agrumicoltori contro l’articolo 21 della legge comunitaria, che di fatto avrebbe aperto le porte alla produzione di aranciate e limonate a base di aromi e coloranti ma senza traccia di frutta, sono arrivate le parole tranquillizzanti del ministro Zaia, che ha promesso di adoperarsi perché la Camera corregga questa clamorosa «svista» del Senato.
Ma ai consumatori non basta.
Appurato che:
• l’abrogazione della legge 286/61 di cui al citato art. 21 non è richiesta da nessun atto legislativo comunitario;
• lo schema di ddl approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 23 gennaio scorso non faceva alcun riferimento all’argomento;
• l’articolo 21 presente nel testo licenziato dal Senato è stato inserito in seguito ad un emendamento presentato dal Sen. Francesco Casoli (Pdl);
l’Adiconsum chiede che vengano rese pubbliche le ragioni che hanno portato all’introduzione gratuita di una misura che – in assenza di opportuni correttivi dalla Camera dei Deputati – lederebbe sia gli interessi dei consumatori che quelli dei produttori di agrumi, tentando di farne ricadere la responsabilità sul legislatore europeo.
«Dopo la presa di distanze dei ministri Zaia e Ronchi, espressi dalla sua stessa maggioranza – dice Paolo Landi, segretario generale dell’Adiconsum – il Senatore Casoli non può esimersi dallo spiegare agli Italiani quali motivi lo hanno spinto ad introdurre nella legge comunitaria una norma che potrebbe originare inganni per i consumatori e mettere a rischio migliaia di ettari di agrumeti nel nostro Paese».