26 aprile 2024
Aggiornato 00:00

Vino rosato, CIA: la tradizione è un valore aggiunto che va tutelato

«Ma c’è bisogno di indicazioni chiare per garantire produttori e consumatori»

VERONA - La proposta di Bruxelles di valorizzare la produzione di «vero vino rosato» con la dicitura in etichetta «vino rosato tradizionale» è un segnale positivo per la difesa delle produzioni vinicole di pregio, ma è anche necessario che nell’etichetta vi siano indicazioni chiare sia per tutelare i consumatori che i produttori. E’ quanto ribadisce la Cia-Confederazione italiana agricoltori alla vigilia della 43° edizione del Vinitaly di Verona, dove questo argomento troverà ampia eco.

Il metodo «tradizionale» -sottolinea la Cia- sottintende come pratica enologica un raffinato processo produttivo, ovvero una particolare e delicata vinificazione delle uve. Il fatto che le imprese che sceglieranno la via naturale per la produzione di rosato potranno volontariamente indicarlo in etichetta con la scritta «vino rosato tradizionale», può risultare non sufficiente a tutelare il mercato dalla concorrenza sleale.

La possibilità accordata agli Stati membri interessati di introdurre un'etichetta obbligatoria per la loro specifica produzione deve diventare un’imposizione -precisa la Cia- al fine di individuare l’arrivo sul mercato nazionale di falsi rosati, non di produzione tradizionale, da quei paesi in cui la produzione tradizione di vino rosato non ci sarà.
Proprio per tutelare al meglio i produttori ed informare con maggiore precisione e chiarezza i consumatori, è necessario -avverte la Cia- imporre l’obbligo di indicare in etichetta quando il prodotto è ottenuto dal taglio di vino rosso e bianco, che è cosa completamente diversa dal metodo tradizionale.

Con indicazioni trasparenti si permette ai consumatori di venire informati e, quindi, di avere la possibilità -rileva la Cia- di poter effettuare una scelta consapevole. E ciò vale per tutti i prodotti agroalimentari che devono necessariamente avere un’etichetta estremamente chiara dove vengano evidenziate tradizione, caratteristiche e peculiarità.
Per questa ragione la Cia auspica che Bruxelles, nella decisione definitiva in materia, preveda tutti quegli elementi che permettano ai vini rosati tradizionali di essere facilmente riconoscibili e, di conseguenza, garantiti e valorizzati. E’ un aspetto dal quale non si può assolutamente prescindere.