19 aprile 2024
Aggiornato 05:30

Coldiretti: bene stop ad “aranciata” senza arancia

Marini: «Fermare il via libera alle bevande al gusto o al sapore di arancia senza arance è un atto di responsabilità coerente»

E’ un importante risultato della Coldiretti e delle associazioni dei consumatori l’impegno a fermare l’arrivo in Italia delle bibite all’arancia senza arancia assunto dal Ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi e dal Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare positivamente l’iniziativa annunciata dal Governo per porre rimedio agli effetti dell'emendamento alla legge Comunitaria approvata al Senato che taglia l’obbligo del contenuto minimo del 12 per cento di succo di agrumi previsto fino ad ora per questo tipo di bevande.

Fermare il via libera alle bevande «al gusto» o «al sapore» di arancia senza arance è un atto di responsabilità coerente - sostiene Marini - con l’esigenza di garantire il sacrosanto diritto a un'informazione trasparente sugli alimenti acquistati ma anche con la necessità di impedire la sostituzione del succo con aromi e coloranti che pongono seri dubbi sugli effetti per la salute. Peraltro - precisa Marini - l’eliminazione totale della soglia del 12 per cento farebbe sparire dalle tavole circa 120 milioni di chili di arance all’anno prodotti in  6.000 ettari di agrumeti, con danni evidenti per consumatori e produttori. Il testo che passa alla Camera prevede infatti l’abrogazione dell’articolo 1 della legge n°286 del 1961 secondo il quale - spiega la Coldiretti - «Le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, il cui gusto ed aroma fondamentale deriva dal loro contenuto di essenze di agrumi, o di paste aromatizzanti di agrumi, non possono essere colorate se non contengono anche succo di agrumi in misura non inferiore al 12 per cento».

Ci auguriamo che questa battaglia per la qualità contro il falso Made in Italy e per la valorizzazione del vero prodotto italiano si estenda dall’»aranciata» senza arance al vino «senza uva» realizzato dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes, fino al formaggio prodotto utilizzando caseina e caseinati al posto del latte. E’ necessario dunque intervenire per contrastare l’arrivo di queste preoccupanti novità nei piatti degli italiani dove l’abbassamento della qualità dell’alimentazione di fronte alla crisi è un rischio reale che - conclude Marini - colpisce le classi economicamente piu’ deboli costrette a risparmiare sul cibo e per le quali è piu’ elevata l’incidenza della spesa alimentare sul totale

IL VIA LIBERA AGLI INGANNI IN TAVOLA (Fonte: Coldiretti)

L’aranciata senza arancia - La possibilità di vendere sul mercato bibite di fantasia al gusto e con il colore dall’arancia senza contenere tuttavia neanche una minima percentuale del prezioso agrume è prevista invece - riferisce la Coldiretti - dal progetto di legge comunitaria già approvato dal Senato che di fatto taglia l’obbligo del contenuto minimo del 12 per cento di succo di agrumi previsto fino ad ora per questo tipo di bevande.

I formaggi alla caseina - Utilizzo della caseina e dei caseinati in sostituzione parziale del latte per ottenere formaggi a pasta filata venduti come analoghi alla mozzarella.

Il vino senza uva - La riforma ha dato il via libera al vino «senza uva» ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stesso del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto dall'uva

Il cioccolato senza cacao: L’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta id grassi vegetali diversi dal burro di cacao.

Il vino rosé ai miscugli - Diventa possibile - riferisce la Coldiretti - produrre vino rosé semplicemente mescolando vino bianco e rosso invece di produrlo secondo il metodo naturale tradizionale con la vinificazione in bianco delle uve rosse.

Il vino allo zucchero - E’ una pratica, utilizzata nei paesi del Nord Europa, che permette di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un «trucco di cantina» e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall'uva.

Il vino dealcolato - Viene permesso di eliminare parte dell’alcol naturalmente contenuto nel vino attraverso determinate pratiche enologiche.

Il vino ai trucioli - Nel 2007 - conclude la Coldiretti - è stato dato il via libera all'invecchiamento artificiale del vino con segatura di legno (i cosiddetti trucioli) al posto delle tradizionali botti senza che ciò debba essere indicato chiaramente in etichetta.