Coldiretti Cremona: ok all’energia dai campi
«Ma non si sottraggano terreni al made in Italy»
CREMONA - Ok all’energia dai campi, ma con equilibrio e, soprattutto, senza snaturare la vocazione delle imprese agricole e senza sottrarre terreno alle coltivazioni e all’allevamento, basi del made in Italy agroalimentare: è questa, in sintesi, la posizione espressa da Coldiretti Cremona nell’ambito della discussione apertasi in provincia, in merito alla ricerca di fonti alternative, e soprattutto rinnovabili (agricole e solari), rispetto ai combustibili convenzionali.
«Il particolare periodo congiunturale, che vede da una parte incentivi pubblici molto allettanti verso la produzione di energia da fonti rinnovabili, e dall’altra il valore delle materie prime agricole in discesa continua, sta creando forte preoccupazione sul territorio. Condizioni concorrenziali anomale, alimentate da grandi progetti di centrali energetiche a biomasse vegetali o di pannelli fotovoltaici, stanno delineando una così rapida conversione da produzioni agroalimentari a produzioni agroenergetiche da far riflettere: c’è un rischio, sempre più evidente, di una massiccia ‘conversione’ dei nostri terreni da colture foraggiere, base della filiera zootecnica, a colture energetiche o a pannelli fotovoltaici per conto terzi» così Mara Malinverno, Responsabile del settore Ambiente e Innovazione di Coldiretti Cremona, riassume la questione.
«In un’ottica di sviluppo della filiera agro-energetica siamo favorevoli al biogas a scala aziendale e, soprattutto, alla produzione fotovoltaica applicata ai fabbricati rurali, che sono tanti, e che non inciderebbe minimamente sull’attuale assetto agronomico ed economico cremonese – prosegue la dott.ssa Malinverno –. Quello che non intendiamo correre è il rischio che la nostra agricoltura, da settore trainante dell’economia non solo provinciale, si trasformi in mera fornitrice di materia prima, o di terreni, o di manovalanza spicciola, a grandi realtà che, puntando su megaprogetti di campi fotovoltaici o di centrali a biomasse, snaturerebbero la nostra agricoltura».
Coldiretti Cremona sta sollecitando un impegnativo atto di indirizzo alla Provincia e alla Regione, affinché si possa delineare una prospettiva di equilibrio tra la tutela delle produzioni tipiche locali, e quindi di un territorio vocato e di grande valore agricolo, e la giusta necessità di attivare energie da fonti alternative. Una posizione sostenuta anche da Arnaldo Freri, Componente di giunta Coldiretti e Presidente dell’Associazione Regionale Produttori Cereali, nel recente incontro svoltosi tra la Dirigenza del Settore Ambiente e Settore Territorio della Provincia e le Organizzazioni agricole. «E’ in questa direzione che la Provincia di Cremona si sta muovendo, con impegno unanime di tutta l’Amministrazione, affinché si introducano direttive che leghino i futuri impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili al territorio stesso e alle materie prime disponibili localmente, andando a rivedere il Piano Energetico Provinciale – conferma Mara Malinverno –. Nell’incontro appena svolto sono state poste le basi per una concreta azione di contenimento e di indirizzo delle sempre più numerose domande di autorizzazione per megacentrali a biomasse vegetali e per megaprogetti di campi fotovoltaici in provincia, che nulla hanno in comune con la nostra agricoltura».
«Essere attori di una nuova filiera, a misura aziendale, con impianti energetici diversificati, piccoli e diffusi sul territorio, in equilibrio con le produzioni di qualità note in tutto il mondo, significa essere imprenditori – rimarca Mara Malinverno –. Qualsiasi altra ‘formula’ significa delegare sia la propria azienda che il suo valore aggiunto ad altri».
«Riteniamo – è la conclusione – si stia attraversando un momento di grave confusione normativa, in questo ambito, che necessita di una fase di moratoria al fine di calibrare i giusti strumenti di valutazione e di autorizzazione alle centrali, a tutela del territorio e della collettività».