3 ottobre 2025
Aggiornato 08:00

Inflazione, Federconsumatori: il calo contrazione dei consumi

«Ridotto il potere di acquisto. Bisogna dare una svolta, detassando il reddito fisso e riducendo i prezzi di almeno il 20%»

ROMA - I dati dell’Istat relativi al tasso di inflazione all’1,2% sono l’ennesimo segnale di una situazione estremamente grave, poiché tale riduzione avviene a fronte della forte contrazione dei consumi e della drastica diminuzione del potere di acquisto delle famiglie, che non accennano ad arrestarsi.
Nonostante il dato sia, ancora una volta sottostimato, anche dall’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori arriva la conferma di alcune riduzioni di prezzi e tariffe, riguardanti soprattutto le tariffe energetiche, i costi dei trasporti ed i prezzi dei prodotti tecnologici.

Tutt’altro andamento, però, registriamo per quanto riguarda i beni di prima necessità, in special modo i generi alimentari, che gravano soprattutto sulle famiglie meno abbienti.
Petrolio, grano, carne: nonostante i prezzi alla produzione continuino a calare vertiginosamente questo non si rispecchia affatto sui prezzi al consumo. L’esempio più eclatante riguarda proprio il grano, il cui prezzo, rispetto a gennaio 2008, è calato di ben il 60%, passando da 0,49 ¤ a 0,20 ¤ al kg.
E al consumo? Come denunciato più volte, i prezzi di pane e pasta risultano sempre elevati e non accennano a diminuire.

Non va certo meglio per quanto riguarda la carne. Il prezzo della carne di pollo, ad esempio, rispetto a gennaio 2008, ha registrato un ennesimo aumento del 18%.
Per Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti tutto ciò dimostra come, all’interno della filiera, esista un meccanismo speculativo non più tollerabile.
Le famiglie italiane, intanto, continuano a subirne le conseguenze e, se si continuerà così, si trascineranno dietro, anche per il 2009, un maggior costo per l’alimentazione di ben 564 ¤ all’anno.

È per questo che torniamo a ribadire la necessità di una detassazione per le famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati e di una forte riduzione dei prezzi dei prodotti di largo consumo, di almeno il 20%.