24 aprile 2024
Aggiornato 18:30

Ammortizzatori: 12.000 in attesa dell’indennità in Veneto

In Veneto, sono quasi un terzo del lavoro dipendente privato, non cammina ancora con il passo spedito che la situazione richiede

VENEZIA - Il sistema degli ammortizzatori sociali «in deroga», quegli interventi economici (indennità) che servono a sostenere il reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi ma esclusi dalle normali protezioni sociali (Cig, indennità di mobilità) e che, in Veneto, sono quasi un terzo del lavoro dipendente privato, non cammina ancora con il passo spedito che la situazione richiede.

Ad oggi sono oltre 12.000 i lavoratori il cui reddito familiare dipende dal pagamento di queste indennità sostitutive del salario, a cominciare dai 10.000 dipendenti dell’artigianato che si trovano sospesi dal lavoro, alcuni anche da tre mesi e a retribuzione zero.
Non sempre infatti le loro aziende, spesso a loro volta con notevoli difficoltà finanziarie, sono in grado di offrire delle congrue anticipazioni.

In stallo anche il pagamento della mobilità in deroga dell’ultimo trimestre 2008 (interessati 2.000 lavoratori di 850 aziende). In questo caso i soldi ci sono ma sono ferme le procedure di autorizzazione presso la Direzione regionale del Ministero del Lavoro.

Di questi problemi se ne parlerà oggi nell’incontro tra organizzazioni sindacali, associazioni imprenditoriali e la Regione Veneto, Assessore Donazzon. All’ordine del giorno i criteri di ripartizione dei 15 milioni di euro (10 dal governo il mese scorso più 5 dal bilancio regionale) prima quota delle risorse destinate alla copertura dei costi degli ammortizzatori sociali in Veneto nel 2009.

- Dobbiamo accelerare i tempi delle procedure di assegnazione e pagamento delle indennità ai lavoratori interessati- sottolinea Giulio Fortuni, il segretario della Cisl del Veneto che si occupa di queste problematiche, per il quale è urgente che il governo «copra immediatamente alcuni buchi nella coperta della protezione sociale. Ad esempio quello che riguarda gli apprendisti: in caso di sospensione dal lavoro quelli dipendenti da aziende industriali si ritrovano senza copertura salariale mentre, viceversa, possono beneficiare di indennità sostitutive quelli che lavorano nella piccola azienda. E’ l’effetto paradossale di un vuoto normativo nella legge 2/2009. Ricordiamoci che non stiamo parlando solo di giovanissimi. Nel piccolo esercito di apprendisti veneti, circa 70 mila lavoratori, c’è chi supera anche i 29 anni di età e sono comprese quindi persone adulte, con famiglia a carico e tutto quel che segue-.

Conclude la segretaria Franca Porto:- tra pochi giorni entriamo nel terzo trimestre della crisi e tutti i segnali ci dicono che non siamo arrivati ancora all’apice dei suoi negativi effetti sull’occupazione. La rete della protezione sociale che abbiamo contrattato e concertato con il governo nazionale e regionale deve dare risposte efficacemente sincronizzate alle carenze salariali dei lavoratori colpiti dalla crisi per garantire una indispensabile continuità di reddito. Le bollette, le tasse, i mutui e gli affitti hanno scadenze non differibili e le casse dei supermercati non fanno passare i carrelli della spesa senza il preventivo pagamento di quanto acquistato --