18 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Al dettaglio i prezzi restano ancora troppo cari

Inflazione: per i listini sui campi è crollo continuo

La Cia, a commento dei dati Istat, evidenzia che le quotazioni all’origine dei prodotti agricoli continuano a diminuire, con flessioni anche del 40 per cento (è il caso del grano duro)

ROMA - Crollo (meno 10,9 per cento) a febbraio dei listini all’origine dei prodotti agricoli, ma sugli scaffali si registra un aumento del 3,5 per cento. Dal campo alla tavola la «forbice» resta ancora troppo elevata, anche se in misura minore rispetto ad un anno fa. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori commentando i dati definitivi dell’Istat sull’inflazione a febbraio.

Già nello scorso anno - rileva la Cia - i prezzi degli alimentari al dettaglio avevano avuto una crescita tendenziale del 4,3 per cento, alla quale si era contrapposta, invece, una flessione dei listini praticati sui campi, che ha toccato anche cali record come per il grano duro (circa 50 per cento in meno rispetto al 2007). Un trend che è proseguito anche nei primi due mesi di quest’anno. Un eguale andamento, purtroppo, non si è avuto nei vari passaggi della filiera e così i prodotti alimentari non hanno avuto, al dettaglio, la tanto attesa diminuzione. Si registrano, soltanto, lievi correzioni al ribasso. Troppo poco. I listini, nel complesso, hanno mantenuto livelli eccessivamente alti e alcuni rincari non trovano alcuna giustificazione (è soprattutto il caso della pasta, visto che il grano duro è sceso a febbraio di oltre il 40 per cento).

Comunque, nel corso del 2009 -afferma la Cia- è prevedibile un ulteriore rallentamento della crescita dei prezzi al dettaglio dei prodotti agroalimentari. E questo avverrà in considerazione di una probabile stagnazione dei consumi, di una bassa inflazione energetica e, soprattutto, se si riuscirà a trasferire sui listini al consumo il ribasso delle quotazioni delle materie prime agricole, cosa che, finora, non è avvenuta nella dimensione attesa.

Per questa ragione la Cia sostiene sia l’esigenza di rapporti più stretti ed intese di filiera, sia l’importanza di una maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi lungo i vari passaggi dal campo alla tavola, per individuare rincari artificiosi e ingiustificati e manovre speculative. In questo contesto, il «doppio prezzo» (origine e dettaglio) da evidenziare sui cartellini di vendita può risultare uno strumento di grande valore e soprattutto di chiarezza nei confronti dei consumatori.