4 novembre 2025
Aggiornato 03:30

G20, Tremonti e Draghi: tra Usa e Ue stessa musica, note diverse

Ora export «problema dei problemi», occorre agire su fiducia

Horsham, Inghilterra - Tra le due sponde dell'Atlantico c'è una «musica comune», anche se suonata «con note diverse». Anche perché sia l'Unione europea che gli Stati Uniti devono confrontarsi con «il problema dei problemi», ossia il venir meno di «un pezzo del commercio del mondo» per via del crollo delle esportazioni. E' questo lo scenario delineato dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti al termine della riunione ministeriale del G20, nel corso di una conferenza stampa congiunta dai toni assolutamente distesi con il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi.

Conferenza nel corso della quale non si è parlato di Italia, ma solo delle discussioni che si sono svolte nel grande maniero di South Lodge, nel West Sussex, e che dimostrano, per Tremonti, che «il motore di ricerca si è attivato per nuovi standard di regole e principi». E anche se neanche il vertice dei leader del G20 del 2 aprile potrà mettere la parola fine sul percorso volto al risanamento dell'economia mondiale, per Draghi rimane «un momento importante per dare impulso al percorso», poiché le questioni in ballo «richiedono tempo, si tratta di cambiare ordinamenti che sono stati con noi per molto tempo».

Il comunicato della riunione parla chiaro: dietro l'intenzione di «intraprendere qualunque azione sia necessaria per tornare alla crescita» rimangono alcune spaccature, in particolare sulla necessità di varare nuovi pacchetti di stimolo e di accrescere la regolazione dei mercati. «Con note diverse, c'è stata una musica comune dalle due parti dell'Atlantico», ha però garantito Tremonti, aggiungendo: «Non ho visto particolari divisioni. Ho visto una grande armonia».

Tanto più che per tutti rimane l'esigenza di far tornare la fiducia, unico modo possibile affinché «i buoni margini per il commercio» vengano utilizzati. Gli ha fatto eco Draghi, secondo cui «ci sono tre passi necessari, anche se forse non sufficienti», per far tornare la fiducia: la «ricostruzione del sistema bancario, l'adozione di valori certi e coerenti, anche in merito agli asset tossici» e poi c'è la «cosiddette politiche di bilancio, cosa fare perché la disoccupazione non cresca vorticosamente e che questo si traduca in un ulteriore calo della domanda».

Un punto, quello dell'adozione di valori «certi e coerenti«, su cui Tremonti non potrebbe essere più d'accordo: «Il motore di ricerca si è attivato per la ricerca di nuove regole e principi. I paesi come la Francia e la Germania hanno molto interesse per le giurisdizioni non cooperative. L'interesse verso le regole è partito». E sebbene sui paradisi fiscali, «o anche legali», non sia stato raggiunto un accordo vero e proprio, si tratta di un punto di interesse comune tra Ue e Usa. «Su questo ci sono sensibilità molto diverse, ma ad esempio gli Usa sono molto duri, molto vicini a noi», ha spiegato. «La crisi è globale, e la soluzione può essere solo globale», ha assicurato Tremonti. «Ma siamo in uno scenario di disinflazione, non di deflazione», ha rassicurato Draghi.