29 marzo 2024
Aggiornato 09:30

Banche: da Draghi no a Tremonti sui Prefetti

L'intervento di Bankitalia ha gelato il governo

Il governatore della Banca d'Italia Draghi dice «no» ai Prefetti nelle banche e si mette in rotta di collisione con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Lo scrive Roberto Petrini sul quotidiano «la Repubblica«. In una circolare alle proprie filiali locali, Via Nazionale spiega che i nuovi Osservatori, varati da Tesoro e Interni, non potranno rivolgersi direttamente alle banche per ottenere cifre disaggregate sui prestiti concessi dai singoli istituti: insomma il quadro dei fidi erogati da ogni singola banca resta una prerogativa dell'autorità di vigilanza.

«La richiesta - dice Bankitalia che si appella alla legge - non appare giustificata». Via Nazionale mette invece a disposizione delle Prefetture i dati elaborati trimestralmente dalle filiali regionali della Banca centrale e, su richiesta, altre informazione statistiche, ovvero «dati aggregati a livello territoriale». Il tutto, per trasparenza - sottolinea Bankitalia - sarà anche pubblicato su Internet.

L'intervento di Bankitalia ha gelato il governo. Con la disposizione di Via Nazionale si ostacola una delle funzioni base degli Osservatori coordinati dai Prefetti, cioè quella di raccogliere informazioni sul credito direttamente dalle banche per avere un quadro diretto delle «criticità» del mercato, risolvere controversie sull'erogazione dei fidi ed eventualmente intervenire con una sorta di moral suasion.

Maretta anche dalle parti dell'Abi: secondo quanto riferito ieri pomeriggio, le trattative sui Tremonti bond si sarebbero arenate e sul tavolo avrebbe influito il nuovo ruolo affidato ai Prefetti. Contrarie anche le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori che parlano di scelta «confusa e arbitraria». Mentre la Confindustria reitera l'allarme: il 10 per cento delle imprese, dice, è in difficoltà per carenza di credito.

Ieri mattina il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è tornato sull'argomento ribadendo l'intenzione del governo di andare avanti anche se con toni concilianti: gli Osservatori, ha detto, avranno il compito di «evitare che la stretta creditizia possa mettere in difficoltà le imprese». Saranno quindi uno «stimolo alle banche perché non allentino il credito». Il Prefetto, ha proseguito Maroni, dovrà valutare se c'è una «ingiustificata azione restrittiva da parte delle banche». «Non verrà imposto nulla a nessuno, ma in una situazione anomala - ha concluso - l'Osservatorio interverrà chiedendo giustificazioni alla banca». Maroni ha anche aggiunto che il Prefetto avrà a fianco «esperti e tecnici della Banca d'Italia e del ministero dell'Economia». In realtà la presenza di tecnici di Banca d'Italia non era prevista nel piano degli Osservatori e la sortita di Maroni sembrerebbe un tentativo di smorzare i toni dello scontro.

I Prefetti, intanto, si sono messi al lavoro: promettono di applicare le nuove disposizioni con discrezione. «Useremo il buon senso», ha detto il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. «Controlleremo che non ci sia ostracismo o ostilità da parte delle banche», ha dichiarato il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro.