1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Suinicoltura: Politi risponde al ministro Zaia

Gli allevatori sono in grave difficoltà. Dal governo aspettiamo fatti concreti

Il presidente della Cia evidenzia una situazione critica per il settore. “Non abbiamo posto questioni fuori luogo”. Convocare subito il Tavolo di filiera

«La nostra richiesta del Tavolo di filiera e i nostri rilievi sulla situazione attuale della suinicoltura italiana non sono assolutamente fuori luogo e fuori tempo. Gli allevatori, costretti ad operare in un contesto sempre più difficile, ci hanno vivamente sollecitato ad intervenire affinché si affrontino in modo concreto i problemi del settore». Così il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi risponde, in una lettera, al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia che aveva accusato l’organizzazione di aver posto questioni fuori luogo.

«Nel particolare, il 31 luglio 2008 -ricorda nella lettera Politi- il ministro aveva annunciato, con un suo comunicato, che dopo l’estate si sarebbero previsti interventi con le banche per la ristrutturazione del debito delle imprese. Ma, a tutt’oggi, nessuna azienda agricola ha potuto usufruire di alcuni interventi in tal senso. Oltretutto, le banche stanno imponendo condizioni peggiorative agli allevatori».

«Il ministro -continua il presidente della Cia- non cita la questione aperta da tempo dei ‘Piani di settore’, unico strumento che il ministero ha a disposizione per i finanziamenti mirati alle aziende agricole».
«Per quanto riguarda le altre affermazioni del ministro -rimarca Politi- troviamo solo impegni, mentre, a tutt’ora, non è venuta alcuna azione che incida efficacemente sulle aziende suinicole».

«A questo punto -rileva il presidente della Cia- auspichiamo che, come afferma lo stesso ministro, sia convocato al più presto il Tavolo della filiera suinicola. Auspichiamo, comunque, ancora di più, che da questo incontro nascano provvedimenti reali e concreti per le imprese agricole del settore. Crediamo, infatti, che non sia solo in gioco il futuro degli allevatori, ma il mantenimento dell’intera filiera suinicola italiana, fiore all’occhiello del nostro ‘made in Italy’ agroalimentare».