18 aprile 2024
Aggiornato 19:30

Crisi, Cgil e Legambiente: subito 15 miliardi, governo li recuperi

Iniziativa «per combattere la recessione, creare lavoro, vincere la sfida climatica»

ROMA - Una inversione «ragionata» delle priorità da parte di governo e Regioni, lotta «spietata» all'evasione ed elusione fiscale e contributiva e all'economia criminale, qualificazione della spesa della pubblica amministrazione, contrasto agli sprechi: intervenendo su queste quattro linee di azione, è possibile recuperare e quindi mettere in moto «non meno di 15 miliardi annui di risorse aggiuntive a quelle già programmate, sia nazionali che europee, corrispondenti a circa l’1% del Pil». E’ questa la proposta (qui una sintesi) avanzata da Cgil e Legambiente «Contro la crisi, per combattere la recessione, creare lavoro, vincere la sfida climatica» in occasione di un’iniziativa - che si inscrive nel percorso di mobilitazione che porterà la Cgil alla grande manifestazione del 4 aprile - che ha visto la presenza della segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica, e del segretario generale, Guglielmo Epifani.

Si tratta di progetti, ragionati nelle risorse, sottolineano le due organizzazioni, «immediatamente praticabili», capaci di incidere «positivamente sul mercato del lavoro dando origine ad un insieme diffuso di possibilità occupazionali». Secondo Cgil e Legambiente, infatti, questi interventi per 15 miliardi creerebbero 350 mila posti di lavoro annui. Queste risorse andrebbero impegnate, «prioritariamente in quattro aree di intervento: energia, edilizia, trasporti, sicurezza ambientale. Riteniamo strategico - sottolineano Cgil e Legambiente - intervenire in queste aree al fine di determinare un cambiamento che possa avere effetti positivi nei confronti delle famiglie e incrociare i più importanti settori produttivi e industriali italiani».

I provvedimenti approvati dal governo in queste settimane, sostengono, «appaiono del tutto inadeguati per far fronte alla tempesta che ci sta colpendo e per preparare il sistema produttivo a rispondere alle sfide che aspettano l’Italia nel futuro». Ad oggi, «il governo sostiene di aver reso disponibili, per far fronte alle crisi, ben 45 miliardi di euro. Nei fatti le uniche risorse fresche - viene rilevato - sono solo cinque miliardi, anche questi in larga parte ricavati dal riposizionamento di poste di spesa previste per altri settori».

Queste, in sintesi, le proposte di azione «prioritarie» sostenute da Cgil e Legambiente.

EDILIZIA, 1 MLN ALLOGGI IN AFFITTO. Soddisfare la richiesta residenziale e rispondere alla «profonda crisi» dell’edilizia anche attraverso una diffusa riqualificazione energetica del patrimonio abitativo, rendendo disponibili per l'affitto almeno un milione di alloggi. Per questo c’è bisogno di «100 miliardi di euro in 10 anni, una cifra impegnativa, se non impossibile, se si pensasse solo a risorse pubbliche». A finanziare «la parte prevalente» possono essere «soggetti privati e istituzionali». Riqualificare periferie «senza qualità» e mettere in sicurezza gli edifici scolastici e ospedalieri.

ENERGIA, SI’ RINNOVABILI. Promuovere una «forte azione» su risparmio ed efficienza energetica e diffusione delle fonti rinnovabili, che diventi «la stella polare per orientare le scelte industriali e ridurre la dipendenza del nostro Paese dall'estero». Una strategia che si «sostituisce a quella di ritorno al nucleare e di rilancio del carbone».

TRASPORTI, NUOVA MOBILITA’. Una ricetta «capace anche di dare significative risposte alla crisi del settore auto», stimolando l'innovazione in favore di nuove tipologie di motorizzazioni e il trasporto pubblico. Questo «mentre per il Governo esistono solo le grandi e infinite opere (il Ponte sullo Stretto di Messina per tutte) in cui riversare miliardi di euro pubblici e la cui utilità è tutta da dimostrare».

SICUREZZA AMBIENTALE. Mettere in sicurezza il territorio italiano dal dissesto idrogeologico - che interessa 5.581 comuni, pari al 70% del totale - bonificare aree abbandonate e degradate a partire dai siti industriali inquinati (circa 650.000 ettari, il 2,3% del territorio nazionale) e dall'amianto (2,5 miliardi di metri quadri di coperture di eternit).