3 ottobre 2025
Aggiornato 10:00

Burzi (FI): Intesa SanPaolo delocalizza in Romania

«Interrogazione in merito alla notizia di una delocalizzazione della struttura di back office del gruppo bancario Intesa San Paolo»

TORINO - In apertura dell’udienza odierna del Consiglio regionale del Piemonte, il capogruppo di Forza Italia-Pdl Angelo Burzi ha annunciato la presentazione di un’interrogazione in merito alla notizia di una delocalizzazione della struttura di back office del gruppo bancario Intesa San Paolo.
«Secondo le informazioni in nostro possesso il Consiglio di amministrazione dell’istituto di credito ha deliberato la costituzione di una unità organizzativa in Romania, e precisamente a Brasov, a circa 170 km da Bucarest», ha spiegato il presidente degli azzurri.

Ha precisato: «L’unità organizzativa di Brasov sarà operativa per luglio 2009. La nuova società Rumena occuperà due torri per un totale di 13000 metri quadrati. Calcolando 10 metri quadrati a persona, è realistico pensare che la nuova struttura organizzativa abbia come obiettivo a regime di occupare 1100/1300 persone da assumere, ovviamente, in Romania. Per l’intanto, il piano occupazionale prevede l’assunzione di 80 impiegati nell’aprile 2009 e di altri 190 per il mese successivo. Per dotare la struttura di un’adeguata infrastruttura informatica ci risulta che Telecom Italia abbia già provveduto a fornire una linea ad alta velocità».

«Stante la situazione economica complessiva, chiedo se l’operazione, per la sua particolarità, sia stata oggetto di informativa o di autorizzazione da parte del Consiglio di Gestione, ovvero se le due fondazioni maggiori azioniste della banca, la Compagnia di Sanpaolo e la milanese fondazione Cariplo, siano state comunque coinvolte nell’operazione e quale sia la loro posizione. Sarebbe singolare che le due fondazioni, che giuridicamente sono di diritto privato ma i cui organi amministrativi sono in grande parte di nomina pubblica, fossero d’accordo su una consistente operazione di delocalizzazione», ha proseguito Burzi.

«Vorrei inoltre sapere – ha concluso - se sia stato presentato un business case pluriennale a supporto dell’operazione e se questo abbia anche preso in considerazione alternative dislocate comunque sul territorio nazionale. E ancora se, considerate le potenziali implicazioni nelle relazioni con il paese ospitante, l’operazione sia stata condivisa nelle opportune sedi governative; e infine quali siano i programmi della banca circa le risorse interne liberate a fronte della delocalizzazione o quali saranno le implicazioni sugli eventuali attuali fornitori della banca nonché delle inevitabili ricadute occupazioni sul mercato domestico».