24 aprile 2024
Aggiornato 06:00

Precari Pa, Faverin (Cisl Fp): uniti al tavolo per salvare i precari

«Chiediamo alla Cgil di passare dal sit-in di oggi al tavolo con il governo e con gli enti»

«Andare uniti al tavolo di confronto con il governo e trovare insieme una soluzione al problema del precariato nelle amministrazioni pubbliche» Giovanni Faverin segretario della Cisl Fp lancia un invito chiaro alla Cgil oggi in piazza.
«In questa fase difficile occorrono iniziative su obiettivi comuni, per questo chiediamo alla Cgil di passare dal sit-in di oggi al tavolo con il governo e con gli enti. Questo è il modo per trovare come si è già fatto negli anni passati soluzioni condivise al problema».

L’intento è quello di dare risposta «sia ai lavoratori atipici che svolgono con competenza un servizio pubblico, sia ai cittadini che vogliono un sistema più moderno e più efficiente».

Per questo – avverte Faverin – «è necessario dare seguito all’importante azione svolta in questi anni dal sindacato confederale a livello nazionale e locale, che ha permesso di stabilizzare migliaia lavoratori precari con caratteristiche di professionalità e di esperienza minima necessaria».

Attraverso i percorsi di stabilizzazione messi in atto sulla base dei criteri delle finanziarie 2007 e 2008 (lavoratori con contratto di formazione lavoro o a tempo determinato che avessero prestato servizio presso la Pa per almeno tre anni, anche se non consecutivi) nei Ministeri si è proceduto alla stabilizzazione di oltre 5.000 lavoratori, la totalità di quelli che presentavano i requisiti previsti, mentre ne sono rimaste fuori le poche centinaia di lavoratori che li devono ancora maturare. Nelle Agenzie fiscali sono stati stabilizzati tutti i contratti di formazione lavoro e a tempo determinato.

Altrettanto per gli Enti pubblici non economici, ad eccezione dell’incresciosa vicenda dei 1.590 precari della Croce Rossa che si auspica possano trovare una risposta con il provvedimento legislativo in discussione in parlamento.

Nella Sanità, grazie ad un importante impegno sindacale, gli Assessorati alla salute di tutte le regioni hanno messo a disposizione le risorse necessarie e sono stati definiti accordi per la stabilizzazione dei lavoratori precari in possesso dei requisiti richiesti dalle leggi finanziarie.

Queste intese hanno previsto l’assorbimento dei precari in un arco di tempo triennale o al massimo quinquennale: l’effetto è stato quello di portare all’assunzione a tempo indeterminato del 70% dei lavoratori precari, se si eccettuano le regioni sottoposte a piano di rientro o con gravi dissesti dovuti a deficit sanitari.

Per i Comuni gli accordi di stabilizzazione sono stati definiti a livello aziendale e sono stati finanziati dai bilanci comunali. Si può stimare che abbiano riguardato un buon 60% dei lavoratori precari con i requisiti previsti dalla leggi finanziarie.