29 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Ammortizzatori sociali

Oltre 5.000 lavoratori veneti sospesi dal lavoro in attesa di una circolare

La gran parte sono dipendenti di aziende artigiane

VENEZIA - Per quanto tempestiva sia l'azione sociale e politica nell'affrontare le emergenze della crisi, le risposte concrete sono sempre subordinati ai tempi e alle regole della burocrazia. Così oltre 5.000 lavoratori del Veneto, in gran parte dipendenti di aziende artigiane sospesi dal lavoro, per beneficiare degli ammortizzatori sociali di cui hanno diritto dovranno aspettare, se tutto fila liscio, fino alla metà di aprile.

Il tutto nasce dal fatto che le indennità che sostituiscono lo stipendio di questi lavoratori (il cui numero tra l'altro è destinato a crescere) vengono pagate sotto la voce disoccupazione ordinaria e che la sede Inps del Veneto ha dichiarato che, per poter liquidare le domande presentate, deve attendere l'emanazione di una circolare dalla Sede Centrale.

Le cose non vanno meglio per le 850 domande di Cig in deroga presentate da altrettante aziende artigiane per circa 2.000 dipendenti nel 2008. La loro liquidazione è ancora ferma in quanto le procedure di autorizzazione da parte della Direzione regionale Ministero del Lavoro non sono state ancora completate, nonostante le sollecitazioni delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli artigiani. In questo caso o i lavoratori non hanno ancora ricevuto l'indennità oppure, nel caso di anticipazione dell'importo da parte dell'azienda è questa ultima, già in difficoltà, a restare scoperta.

Infine, in assenza di un apposito Decreto Ministeriale di attuazione della legge 2/2009, l'indennità di disoccupazione (60% della retribuzione per un massimo di 90 giorni) non può essere integrata, come pure previsto dalla stessa legge, dalle erogazioni dei Fondi Bilaterali.
«Le lentezze di alcuni Uffici - precisa il segretario della Cisl del Veneto Giulio Fortuni, direttamente impegnato sulla questione - non possono bloccare la fase conclusiva del sistema degli ammortizzatori sociali in deroga in una fase così difficile. Non si tratta solo di assicurare a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie, già colpiti dalla crisi, in tempi rapidi quella integrazione al reddito di cui hanno bisogno e anche diritto ma anche di dare, dimostrando tempestività ed efficienza, fiducia a queste persone, come alle loro imprese, che tutti si danno da fare per risolvere i problemi. il nostro slogan per uscire dal tunnel della crisi è che, in Veneto, nessuno deve marcare visita, uffici pubblici e burocrazia compresa. La cosa va risolta e subito sia per rispetto di chi sta aspettando i suoi diritti che per garantire da subito la massima efficienza perché la crisi e le sospensioni dal lavoro non sono, purtroppo, finite qui».

«E' indispensabile- per Franca Porto, segretaria della Cisl del Veneto- che tutte le Parti Sociali e la Regione Veneto, che peraltro abbiamo già investito del problema tramite l'assessore Donazzon, si muovano unitariamente per far rispettare anche in questi aspetti l'accordo sulle misure anticrisi in Veneto sottoscritto a gennaio e per coinvolgere le banche nella costituzione di un fondo di rotazione per le anticipazioni ai lavoratori ».