19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Crisi USA

Crolla il Pil Usa: -6,2% nell'ultimo trimestre del 2008

Ad alimentare il calo è stato il ribasso dei prezzi, in particolare quelli del petrolio, ma anche il fatto che le società hanno preferito liberarsi delle scorte

New York (Apcom) - Il crollo delle spese per consumi, il forte calo delle scorte aziendali e la frenata delle esportazioni hanno provocato la contrazione del prodotto interno lordo degli Stati Uniti, attestatosi in fortissimo ribasso rispetto alla prima stima e al livello più basso dal 1982. La reazione di Wall Street è stata immediata: il Dow Jones è arrivato a bruciare quasi il 2 per cento, mentre lo S&P 500 ha toccato il livello minimo in 12 anni, salvo poi recuperare parzialmente terreno man mano che gli investitori hanno «digerito» le notizie.

Il Pil, che la prima stima di un mese fa aveva dato in calo del 3,8 per cento, ha registrato un -6,2 per cento, dipingendo uno scenario ancora più fosco rispetto alle previsioni degli analisti che attendevano un ribasso al 5,4 per cento. Il segnale è chiaro: non solo la recessione, iniziata nel dicembre 2007, non accenna a placarsi, ma la situazione si fa sempre più critica con i fondamentali dell'economia che si vanno sempre più deteriorando, nonostante gli sforzi dell'amministrazione Obama, impegnata a cercare di rompere il circolo nefasto della crisi peggiore dagli anni Trenta.

Calano le scorte aziendali - Ad affossare l'economia del corso del quarto trimestre del 2008 è stato il calo delle scorte aziendali, calate di 19,9 miliardi di dollari anziché crescere di 6,2 miliardi, come aveva previsto il dipartimento del Commercio dopo il calo di 29,6 miliardi di dollari del terzo trimestre. Ad alimentare il calo è stato il ribasso dei prezzi, in particolare quelli del petrolio, ma anche il fatto che le società hanno preferito liberarsi delle scorte in eccesso per fare fronte al calo della domanda scatenato dalla recessione iniziata nel dicembre 2007.

«Non ci sono segnali che il declino stia rallentando, anche se esiste la possibilità che il piano di stimoli varato dal Governo Obama produca risultati verso la metà dell'anno», ha detto Bill Cheney, capo economista di John Hancock Financial Services. A pesare sull'andamento del Pil sono stati anche gli scambi commerciali. Le importazioni sono calate del 16 per cento, contro il ribasso del 15,7 per cento della prima stima, mentre le esportazioni sono arretrate del 23,6 per cento, anziché del 19,7 per cento inizialmente riportato. Inoltre, le spese aziendali sono calate del 21,1 per cento e quelle per consumi, che rappresentano circa il 70 per cento dell'attività economica, sono calate del 4,3 per cento. In particolare, gli acquisti di beni durevoli, quelli destinati a durare per almeno tre anni, per esempio le auto, sono calati del 22,1 per cento e quelli di beni non durevoli sono scesi del 9,2 per cento.