2 maggio 2024
Aggiornato 04:30
Infrastrutture e PMI

Gap infrastrutturale penalizza micro imprese e pmi export-oriented

Pressochè inesistente l’utilizzo del trasporto su ferro, il territorio del materano soffre di più di quello del potentino

Il 62% delle aziende lucane ritiene che il ritardo infrastrutturale della regione penalizzi il sistema locale in modo determinante rispetto ad altre aree del Paese. E’ quanto emerge dalle prime risultanze di uno Studio che Unioncamere Basilicata sta realizzando in collaborazione con l’Istituto Tagliacarne di Roma per valutare il ruolo delle infrastrutture nello sviluppo economico della regione.

La prima fase del lavoro, che si è concentrata sull’analisi «desk» dei questionari somministrato ad 800 imprese lucane rappresentative del sistema economico e produttivo, è stata al centro di un focus di approfondimento a cui hanno preso parte questa mattina rappresentanti delle istituzioni locali e delle Associazioni di categoria.

«A giugno – ha confermato il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte – saremo in possesso dello Studio definitivo ed avremo pertanto un quadro di insieme da sottoporre ai decisori politici per sollecitare strategie più mirate, tenendo conto dei fabbisogni espressi dal sistema produttivo. Ci è sembrato doveroso riavviare ed approfondire il dibattito su un tema di valenza strategica per il nostro territorio, andando a sondare le esigenze delle imprese, perché insieme si possano cogliere – tanto più in un momento di crisi come quello attuale – le nuove opportunità di sviluppo legate alla dotazione infrastrutturale regionale».

Il dirigente responsabile area studi e ricerche dell’ Istituto Guglielmo Tagliacarne, Giuseppe Capuano, nell’illustrare i punti significativi del Rapporto, ha illustrato la metodologia utilizzata, che ha puntato sulla disaggregazione dei dati sia per territori che per settori di attività per avere un quadro quanto più stratificato possibile.

Queste le principali rilevanze emerse: da un punto di vista delle infrastrutture di tipo tradizionale, il 36% degli intervistati si dichiara insoddisfatto dell’esistente; una percentuale che supera il 50% nei settori del turismo e del commercio, di chi fa export e delle imprese più strutturate. Maggiori criticità vengono espresse dalle micro imprese (le più polverizzate sul territorio) e dalle aziende più dinamiche (che necessitano di una logistica più adeguata per movimentare meglio le merci e ridurre i costi legati ai trasporti e ai tempi di consegna sui mercati internazionali). Prevale nell80% dei casi la preferenza per il trasporto su gomma, con la rete stradale che viene utilizzata dal 96% delle imprese intervistate. A soffrire di più del gap infrastrutturale sono le aziende del materano, il che si spiega con la vocazione del territorio per settori come l’agricoltura e il turismo (che hanno bisogno di un livello molto elevato di accessibilità) e perché il distretto del mobile imbottito manifesta la necessità di istradare rapidamente il prodotto finito verso l’hub portuale di Taranto. Le aziende del potentino, al netto della Fiat, hanno invece un mercato di riferimento prevalentemente locale, per cui risentono in maniera relativamente minore dei problemi causati dalle carenze infrastrutturali.

Tra le priorità di intervento strategico, le imprese indicano il miglioramento della SS 106 Ionica, definito «determinante» dal 65% delle aziende del materano, che sarebbero meglio collegate allo scalo calabrese di Gioia Tauro.

In tema ferroviario, inoltre, il collegamento con la città di Matera risulta determinante per il 45% degli intervistati, mentre in materia aeroportuale c’è una netta spaccatura tra chi vorrebbe la realizzazione di un aeroporto regionale e chi gradirebbe un potenziamento dei collegamenti con Pontecagnano e Bari.

Gli intervenuti al focus hanno espresso un plauso al lavoro di ricerca, sollecitando l’avvio di un percorso strutturato per monitorare la questione infrastrutturale, sollecitando i decisori politici ad una seria riflessione che abbia i connotati della visione strategica e di lungo periodo.