2 maggio 2024
Aggiornato 08:00
Edilizia e immigrazione

La moltiplicazione di imprese edili guidate da stranieri nasconde una realtà diversa

Pesenti (Filca Cisl): «si tratta spesso di lavoratori autonomi fittizi, privi di diritti e di tutele e sottoretribuiti»

«L'aumento dei lavoratori autonomi in edilizia, che si verifica proprio quando il settore, storicamente traino dell'economia, per la prima volta fa registrare il segno meno, nasconde in realtà un trucco: si tratta di lavoratori dipendenti ma privi di diritti e di tutele e sottoretribuiti in rapporto al lavoro dipendente regolare e contrattuale. Per questo 'giochetto' è sufficiente che il lavoratore apra la Partita Iva, in barba a tutti i requisiti professionali, diventando così un falso lavoratore autonomo».

Lo dichiara Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl, commentando i dati presentati dalla Fondazione Ethnoland in collaborazione con Caritas/Migrantes, e che dimostrano un boom di imprenditori immigrati, soprattutto in edilizia.

Moltiplicazione dei lavoratori autonomi edili immigrati - «Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad una vera moltiplicazione dei lavoratori autonomi edili: il dato ci conforta perché ci battiamo per l'integrazione degli immigrati e per la loro sicurezza, ad esempio con corsi di formazione ad hoc e stampando manuali multilingua. Ma non illudiamoci! La diffusione degli immigrati imprenditori è soprattutto un escamotage che deriva dalla convenienza economica rispetto ai costi previdenziali, dalla possibilità di sfuggire ai vincoli contrattuali e dai reciproci vantaggi, del lavoratore e del datore, per quanto riguarda la normativa per i permessi di soggiorno. La Filca ha denunciato pubblicamente questo pericoloso fenomeno, ed è in prima linea per costruire un quadro di regole più preciso, anche su base negoziale, in un settore che si evidenza come il più a rischio in assoluto per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro».