19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Le proposte della Regione Emilia Romagna

Quore latte: dall'Emilia-Romagna emendamenti al decreto governativo

Rabboni ai parlamentari e alle organizzazioni agricole: proposte ispirate a un criterio di equità verso i produttori onesti

Bologna - Partono dall'Emilia-Romagna le proposte di modifica al decreto del governo sulle quote latte. Le ha illustrate questa mattina l'assessore regionale Rabboni ai parlamentari.
«Questi emendamenti sono ispirati sostanzialmente a un criterio di equità nei confronti degli allevatori che fin qui hanno operato nel rispetto delle regole,   non nascono da una volontà di contrapposizione al Governo, ma da un sentire diffuso e da una fortissima perplessità nel mondo agricolo e degli allevatori.  Tanto è vero che sono condivisi anche dalle altre Regioni del nord, il Piemonte, ma anche la Lombardia.  Credo ci sia bisogno di una riflessione comune».

Con queste parole l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni oggi a Bologna ha presentato ai  Parlamentari emiliano-romagnoli delle Commissioni agricoltura della Camera e del Senato e alle Organizzazioni agricole il pacchetto di modifiche messo a punto dalla Regione Emilia Romagna al decreto legge sulle «Quote latte aggiuntive»  approvato nelle scorse settimane dal Governo e prossimo al passaggio parlamentare. All’incontro erano presenti in particolare  i senatori Paolo de Castro, Leana Pignedoli, Maria Teresa Bertuzzi  e l’onorevole Sandro Brandolini dell’opposizione, gli onorevoli Francesco Biava e Fabio Rainieri della maggioranza.

Nel suo intervento Rabboni ha espresso anche «il rammarico per il mancato coinvolgimento delle Regioni in fase di stesura del decreto, tanto più su una materia come questa che rientra pienamente nelle competenze delle Amministrazioni regionali». «Tenendo conto delle prossime scadenze relative alla conversione del decreto – ha detto Rabboni -  provvederemo a trasmettere le nostre proposte ai gruppi parlamentari e al Ministro Zaia».

«E fuori di dubbio che la quota aggiuntive devono essere assegnate agli esuberi produttivi – ha sottolineato Rabboni – ma questo deve avvenire secondo equità.»  Per fare un esempio tra i tanti: secondo una simulazione attendibile,  se il decreto sulle quote latte passasse  senza modifiche, chi  nel 2007-2008 ha affittato quote perché produceva in esubero, e  dunque ha speso  per rispettare le regole,   si vedrebbe riconosciuto solo il 25% delle  quote affittate, mentre  chi,  pur producendo anch’egli in esubero,  non si è preoccupato  di regolarizzare la propria posizione, si vedrebbe assegnato il 100% dell’esubero.   

I punti contestati e le proposte di modifiche
Secondo le proposte dell’Emilia-Romagna va dunque  innanzi tutto abrogato il comma 1 dell’art 1 del decreto che introduce surrettiziamente, per la campagna in corso,  come destinatari della compensazione figure fino ad oggi escluse quali i produttori privi di quota e gli splafonatori per più del 100%. Togliendo spazio di compensazione  agli allevatori in regola. Va inoltre modificata la scala delle priorità per quanto riguarda l’assegnazione delle quote latte. Precedenza dunque a chi ha subito il taglio della quota B (non solo quella prodotta, ma anche parte di quella non prodotta), a chi  ha affittato quote e quindi agli splafonatori.
 E’ inoltre essenziale che gli assegnatari delle quote aggiuntive rinuncino a ogni contenzioso e va verificata prima dell’assegnazione ( e non dopo come è previsto attualmente) l’adesione dell’allevatore alla rateizzazione delle multe. Notevoli anche le perplessità sul Fondo alimentato dal pagamento delle rate e destinato a sostenere gli allevatori in regola.  «La nostra scelta politica – ha sottolineato Rabboni – è che queste risorse vengano, prioritariamente assegnate agli allevatori in regola nel rispetto degli aiuti di Stato e delle norme vigenti e solo le risorse residue –al contrario di quanto prevede attualmente il decreto – al Ministero del tesoro» .   L’Emilia-Romagna chiede inoltre al Governo di anticipare lo stanziamento per intervenire contemporaneamente al processo di regolarizzazione con interventi a favore del settore lattiero Caseario.

I numeri sulle quote latte
In Italia le aziende produttrici sono 40.895 per una produzione totale di 10 milioni 804.456 tonnellate di latte. In esubero sono 13.220 aziende (per una produzione pari a 873 mila tonnellate) e quelle soggette a prelievo (cioè che pagano le «multe») sono 1.506. I grandi splafonatori (+ del 100%)  sono 646 e da soli producono oltre la metà del totale del latte in esubero. Le aziende che per mettersi in regola hanno affittato quote sono 5.154. In Emilia-Romagna i grandi splafonatori sono solo 31 e le aziende soggette al pagamento del  prelievo sono 70. Su un totale di 4.350 aziende (1 milione 676.599 tonnellate di latte) quelle in esubero sono 1.933 e producono  poco più di 89 mila tonnellate. Le aziende che hanno preso quote in affitto sono 891. Sul 44% delle aziende soggette al pagamento del prelievo grave l’81% della produzione in esubero