20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Nuove generazioni, la campagna fa tendenza

Sempre piú diffuso tra i giovani il sogno di diventare agricoltore

«Ma i ragazzi sono bloccati da barriere economiche e burocratiche: l’indice di ricambio generazionale della nostra agricoltura è tra i peggiori d’Europa”, afferma Marco Saraceno, presidente dei Giovani di Confagricoltura»

Se è vero che negli anni ’60 milioni di giovani italiani speravano di abbandonare per sempre la vita nelle campagne per trovare un lavoro in città, oggi la tendenza è decisamente invertita: tra le nuove generazioni è sempre più diffuso il sogno di diventare agricoltore. Una propria attività, moderna e dinamica, in cui poter esprimere la propria inclinazione, un ambiente più sano, il recupero di valori e tradizioni: la campagna è il nuovo oggetto di desiderio per un numero crescente di ragazzi, che però trovano numerosi ostacoli nel momento di tradurre il sogno in realtà. «Le elevate barriere all’entrata del settore agricolo, l’eccessiva difficoltà di strumenti finanziari certi, la volatilità delle politiche, la globalizzazione senza regole, l’eccessiva burocratizzazione, creano incertezze per chi è giovane e vuole creare un’impresa» spiega Marco Saraceno, presidente dei Giovani Agricoltori di Confagricoltura (Anga), che da oggi a sabato 14 febbraio sono riuniti ad Asti per l’edizione n°14 del loro convegno nazionale.

«Riceviamo ogni giorno - commenta Marco Saraceno - segnali di interesse da parte di giovani che vorrebbero diventare agricoltori: ma lo scenario attuale del nostro Paese non favorisce i nuovi imprenditori. Ecco perché l’Italia, tra gli stati dell’Unione Europea, presenta il più basso indice di ricambio generazionale in agricoltura (l’indice è dato dal rapporto tra imprenditori attivi under 35 e over 65 anni d’età). Il nostro indice all’8% si confronta con quello della Francia, pari al 66%, e della Germania, pari al 125%».

Proprio questa esigenza di un ricambio generazionale sarà al centro del convegno nazionale dell’Anga: «I nuovi agricoltori - sottolinea Marco Saraceno - rappresentano per noi una priorità strategica. Se non si verifica un ringiovanimento della popolazione agricola il mondo rurale sarà sempre più esposto a gravi problemi sociali e d’infrastruttura. In questo momento la debole evoluzione dei redditi agricoli, le limitazioni alla produzione e le incerte prospettive dovute alla politica agricola generale non incoraggiano certo i giovani a concretizzare il sogno di svolgere questa professione». Nell’ambito di una strategia volta ad accrescere la competitività delle aziende un’azione che favorisce il ricambio generazionale, tramite l’inserimento di giovani imprenditori, professionalmente qualificati, pronti ad affrontare le sfide dei mercati e ad intraprendere i necessari adeguamenti strutturali delle aziende, risulta dunque basilare.

Ma qual è l’identikit degli aspiranti «agricoltori» del futuro? Secondo i dati dell’Anga, i giovani che vorrebbero diventare imprenditori in campagna sono particolarmente sensibili ai temi del rispetto dell’ambiente, della sostenibilità e del consumo consapevole, ma sono anche perfettamente consci che il settore agroalimentare rappresenta un’importante opportunità di business. Inoltre, godono di un livello di istruzione medio-alto e sanno muoversi con dimestichezza tra web e nuove tecnologie. Centrale il ruolo assegnato ad Internet per la ricerca di informazioni, il reperimento di finanziamenti nazionali e comunitari, il confronto e lo scambio con altre persone. «Per esempio - conclude Marco Saraceno - in un solo anno, da febbraio 2008 a gennaio 2009, il sito della nostra rivista «Agricoltura Nuova» (www.agricolturanuova.crol.it), ha superato il tetto del milione e mezzo di contatti, di cui molti anche dall’estero».