19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Decreto anticrisi Governo

Cisl: «Manca una svolta nella politica economica»

Le misure per l'auto sono sostanzialmente in linea con quanto attuato o in attuazione in molti paesi europei

«Il decreto incentivi varato dal Consiglio dei ministri risponde, in parte, all' esigenza - più volte ribadita dalla CISL - di misure urgenti a sostegno sia dei consumi che delle imprese». E' quanto si legge in un comunicato diramato dalla Segreteria Confederale della Cisl. «L' urgenza maggiore -prosegue la nota- è rappresentata dal settore auto, colpito da una considerevole flessione delle vendite con un parallelo aumento delle ore di cassa integrazione e dei rischi per l'occupazione. Il bonus per la sostituzione di auto e moto non costituisce una novità, ma ripercorre sostanzialmente i provvedimenti per la rottamazione già più volte adottati in passato. Le cifre sono maggiori e vi è, giustamente, una maggiore incentivazione per i mezzi più ecologici. Le misure per l' auto sono sostanzialmente in linea con quanto attuato o in attuazione in molti paesi europei».

«Va però notata -precisa la Segreteria Confederale- l'esclusiva congiunturalità dei provvedimenti che, pur costituendo un primo positivo passo, non affrontano, a monte, una politica di sostegno all' innovazione e alla ricerca verso nuove produzioni maggiormente eco-compatibili. Più incisivi appaiono in questa direzione gli orientamenti dei governi di Francia e Germania. Il governo francese, dopo l'intervento previsto nel pacchetto complessivo di 3 miliardi di dicembre, sta per stanziare 5 - 6 miliardi di euro a sostegno dell' industria dell'auto, vincolando i sostegni economici al mantenimento delle produzioni in Francia: un intervento significativo caratterizzato da una vena di protezionismo. Il governo tedesco stanzia finanziamenti di prospettiva a sostegno di ricerca e sviluppo e a copertura dei crediti dell' industria dell' auto. Più robusti in Germania anche gli interventi a sostegno degli acquisti di nuove vetture: 2500 euro (a fronte dei 1500 in Italia) e abolizione del «bollo» per due anni per chi acquista un' auto nuova. Per quanto riguarda le misure a sostegno degli elettrodomestici e del mobile si sottolinea soprattutto il limite dell' aggancio ai soli casi di ristrutturazione delle case.

Le misure del Consiglio dei Ministri contengono, inoltre, altri capitoli a sostegno delle imprese:
1) possibilità di tassazione unificata e concordata per le aziende dei distretti produttivi;
2) benefici fiscali per incoraggiare i processi di aggregazione tra le piccole e medie imprese;
3) benefici fiscali legati alla rivalutazione degli immobili delle imprese.

Anche in questo caso non si tratta di novità in assoluto ma della riedizione aggiornata di misure già adottate in passato da altri governi».
«Ancora una volta -si legge- la complessità ed i passaggi burocratici rischiano di essere un ostacolo all' effettivo godimento di queste opportunità, pure interessanti, da parte di un sistema di imprese (le PMI) che proprio nella complessità amministrativa e nella burocrazia ha storicamente trovato una difficoltà strutturale al proprio sviluppo.Si tratta di riedizione aggiornata di norme già adottate in passato da altri Governi. La loro efficacia dipenderà molto anche dalla semplificazione della gestione burocratica di queste misure rispetto ad un sistema di imprese che proprio nella complessità degli oneri amministrativi trova una difficoltà strutturale al proprio sviluppo. In definitiva il decreto incentivi compie alcune scelte importanti e positive in termini di interventi urgenti, d'altra parte obbligati nel quadro di quelli assunti dagli altri Stati dell'UE, ma non segna alcuna svolta nella politica economica del governo che, diversamente da tutti gli altri Paesi, non mette in campo nuove risorse, restando vincolata all'effetto zero sui saldi di bilancio. La stessa copertura finanziaria per due miliardi lascia piuttosto perplessi, perché in gran parte, oltre la rimodulazione di alcune risorse, dipende dagli effetti positivi attesi dalle stesse misure (maggiori entrate e minori costi sociali sul bilancio pubblico), calcolati ottimisticamente in un +0,5 % del Pil, come dire 7,5 miliardi di entrate a fronte di 2 di costi! Per la CISL resta l'urgenza della copertura per il 2009/2010 stimata in 8 miliardi degli ammortizzatori sociali, del superamento delle difficoltà crescente del credito al consumo e di accesso al credito delle piccole e medie imprese, di cui vanno sostenuti investimenti ed esportazioni, di un piano di interventi per l'innovazione e lo sviluppo di tutti i settori portanti dell'economia, a partire dal tessile e dal made in Italy. La questione politica di fondo che il Governo continua a sfuggire, mentre si aggrava la crisi, riguarda:

* l'accompagnamento degli interventi temporanei con un piano di politiche strutturali per un rilancio dell'economia, sostenendo la domanda, ad iniziare dai consumi, un sostegno ai redditi dei lavoratori dipendenti e pensionati, e una politica industriale selettiva ed innovativa, un rilancio delle politiche per lo sviluppo del sud;
* un impegno straordinario con adeguate risorse del bilancio pubblico.

In una situazione tanto grave, perché questo impegno straordinario del bilancio pubblico sia credibile e non crei contraccolpi di sfiducia nei mercati finanziari, lo stesso Governo deve promuovere sulle priorità economiche e sociali del Paese la concertazione per responsabilizzare le rappresentanze economiche e sociali».
«La Cisl, -conclude il comunicato- in coerenza con l'atteggiamento tenuto con la sottoscrizione degli accordi per la riforma del modello contrattuale, continuerà ad operare per favorire scelte condivise che tengano insieme gli interessi dei lavoratori e dei pensionati con quelle delle imprese e del Paese».