Servizi veterinari: tassa di 400 euro sul miele
E’ quanto rimarca la FAI – Federazione Apicoltori Italiani, a proposito della norma che recepisce e applica, in Italia, il Regolamento comunitario 882/2004
«Per pagare 400 euro ogni apicoltore deve produrre oltre cento chili di miele. Questa è la tassa che alcune Aziende Sanitarie Locali stanno ingiungendo ai produttori, interpretando impropriamente il Decreto legislativo 194/2008 entrato in vigore lo scorso 12 dicembre». E’ quanto rimarca la FAI – Federazione Apicoltori Italiani, a proposito della norma che recepisce e applica, in Italia, il Regolamento comunitario 882/2004, che stabilisce modalità di finanziamento dei controlli sanitari ufficiali da parte delle Autorità.
Marche, Campania e Sicilia sono le prime regioni ad essersi mosse in questa direzione, generando scompiglio tra gli operatori del settore - già gravato dai ben noti problemi sulla morìa delle api - che ora minacciano di chiudere l’attività se dovessero far fronte anche a questo ulteriore balzello. Nel decreto, peraltro, non si evidenziano elementi sufficienti ad affermare che la tassazione annua debba essere applicata alla «Produzione primaria», condizione nella quale opera la quasi totalità degli apicoltori.
Il presidente della FAI - Federazione Apicoltori Italiani, Raffaele Cirone, ha chiesto al ministero della Salute di chiarire la questione riportando i Servizi Veterinari delle ASL ad una interpretazione uniforme su tutto il territorio nazionale ed escludendo gli apicoltori da tale adempimento che ha il chiaro carattere dell’iniquità.
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