Il Codacons contesta i dati Confcommercio: i consumi di natale crollano!
Nemmeno i saldi anticipati salvano il settore abbigliamento e calzature
Secondo Confcommercio, che ha reso noto oggi l’Icc di dicembre, frena il calo dei consumi, che a Natale registrerebbero «solo» un -0,5%, un dato, a loro dire, positivo. Per la Confcommercio, dunque, «si è così attenuata la tendenza negativa dei consumi», «si conferma la previsione di una sostanziale tenuta dei consumi» e addirittura risulterebbe un «comportamento delle famiglie nel periodo natalizio non particolarmente difforme da quanto tenuto negli anni precedenti».
Dati contestati con fermezza dal Codacons, che considera «sballati» i numeri forniti da Confcommercio.
Considerando l’ICC in quantità, che è l’unico indice da considerare per valutare se ci sono stati effettivamente dei consumi in calo, visto che non si incorporano gli aumenti dei prezzi, si regista a dicembre un -3,1% per Abbigliamento e calzature e un -2,5% per Beni e servizi per la casa (arredamento per la casa, elettrodomestici, radio tv registratori, generi casalinghi, utensileria per la casa), ossia si registra un netto calo delle due voci principali che riguardano i regali di Natale.
Non miglior sorte tocca a Beni e servizi ricreativi (giocattoli, libri…) che registrano un -2% rispetto al Natale scorso.
Se a questo, poi, aggiungiamo che a Natale, pur di ravvivare i consumi, i negozianti, in violazione delle leggi, avevano fatto i saldi anticipati con sconti del 30%, anticipando le vendite di gennaio 2009, e che, sempre secondo l’Icc della Confcommercio del dicembre 2007, il Natale di allora era già stato magro e quelle stesse voci avevano già registrato un calo consistente (Abbigliamento e calzature dicembre 2007 rispetto a dicembre 2006 -0,6%, Beni e servizi per la casa – 0,9%), ci domandiamo come possa l’organizzazione ritenersi ottimista sui consumi degli italiani.
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