2 maggio 2024
Aggiornato 11:30
«E’ inopportuno e irresponsabile»

Ventura (Cisl Piemonte): «No allo sciopero generale»

Siamo disponibili a iniziative unitarie di sensibilizzazione e di denuncia per la specificità della crisi piemontese

TORINO - La segretaria generale della Cisl Piemonte rispedisce al mittente la proposta di sciopero generale in regione e si dice invece disponibile a iniziative unitarie di sensibilizzazione e di denuncia per la specificità della crisi piemontese.

«Nonostante la forte preoccupazione per gli effetti di una crisi sempre più profonda e la sottovalutazione del governo centrale che non considera adeguatamente la specificità socio-economica del Piemonte, la Cisl dice no alla proposta di sciopero generale avanzata dalla Cgil regionale, ma si dichiara disponibile da subito a mettere in piedi iniziative unitarie di sensibilizzazione e di denuncia in difesa dell'occupazione. In una fase molto critica per il mondo del lavoro, la Cisl regionale ritiene che lo sciopero generale non sia lo strumento idoneo per affrontare questo difficile momento, contrassegnato da scarsità di risorse per le famiglie e da redditi già fortemente penalizzati dalla cassa integrazione, dalla mobilità e dai licenziamenti.«

La segretaria generale della Cisl Giovanna Ventura risponde così al numero uno della Cgil regionale Scudiere che in mattinata, in occasione dell'attivo dei delegati, ha lanciato la proposta di uno sciopero regionale unitario.
Riferendosi poi ai rapporti molto tesi tra le confederazioni in seguito alla firma separata sull'accordo della riforma del sistema contrattuale aggiunge: «Per poter ricomporre le crisi familiari bisogna che ci sia la volontà di tutte le parti chiamate a fare un passo indietro per il bene collettivo. La Cgil, tra l'altro, da un lato ci tende la mano invitandoci allo sciopero unitario, dall'altra ci volta le spalle chiamando i lavoratori a pronunciarsi sull'intesa che non ha nemmeno firmato. Dovrebbe sapere che non può consultare i lavoratori sui contenuti dell'accordo, semmai chiedere loro se ha fatto bene oppure no a non firmare. Questo è l'unico referendum che la Cgil può indire, lasciando a Cisl e Uil il compito di consultare i lavoratori nel merito dell'intesa che loro hanno invece sottoscritto».