24 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Comunicato Organizzazioni agricole reggiane su prezzi suini

E’ crisi per i suini ed i macellatori giocano al massacro

Le Organizzazioni agricole della provincia di Reggio Emilia contro la “doppiezza” dell’industria che a Reggio concorda il prezzo settimanale nella Commissione nazionale e due ore dopo a Mantova rifiuta di definirlo

REGGIO EMILIA - E’ un esempio di vera e propria doppiezza ed una prova di irresponsabilità – secondo le organizzazioni agricole della Provincia di Reggio Emilia Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri – l’atteggiamento tenuto oggi dai rappresentanti dell’industria di macellazione in materia di quotazione dei suini:

a Reggio Emilia, dove si è riunita la Commissione nazionale che in via sperimentale sta operando per dare un senso a questa importantissima filiera, concordano le quotazioni con gli allevatori e nemmeno due ore dopo alla Camera di Commercio di Mantova, uno dei principali mercati di riferimento del settore, pretendendo una diminuzione di 15 centesimi il chilo rispetto quanto concordato a Reggio, impedendo quindi la rilevazione dei prezzi correnti su quella piazza, che quindi non esprime la quotazione dei suini.

Stante la situazione di crisi che la suinicoltura sta attraversando, e gli accordi che la filiera ha assunto in sede ministeriale per trovare una strada condivisa che consenta a tutta la filiera di sopravvivere, ed in particolare agli allevatori di poter realizzare prezzi che consentano di far fronte ai costi, questa doppiezza secondo le Organizzazioni reggiane rappresenta un rifiuto ad onorare gl’impegni presi ed un vero e proprio gioco al massacro sulla pelle della parte debole della filiera. Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri reggiani stigmatizzano quindi con forza questo atteggiamento e chiedono un nuovo intervento del Ministero per garantire il rispetto degli accordi presi.

Sorprende poi – affermano le Organizzazioni reggiane – il mancato ruolo della Camera di Commercio di Mantova, che troppo spesso realizza bollettini con la dicitura «non quotato»; questo vuol dire non esercitare fino in fondo il proprio ruolo istituzionale e non dare perciò le necessarie garanzie a tutti i soggetti coinvolti nella filiera suinicola.