«Come mai la plusvalenza pagata da Air France non è andata alla vecchia Alitalia e quindi agli azionisti?»
Una denuncia del Codacons chiede il sequestro del contratto e delle lettere di trattativa tra le parti
Il discorso fatto dal Codacons è molto semplice: il DL 134 prevedeva che gli asset «buoni» della vecchia Alitalia fossero venduti a prezzo di mercato. Il Commissario Fantozzi, quindi ha venduto a CAI a circa un miliardo di euro il tutto (per la precisione 1.052.000.000 euro), soldi che dovrebbero essere ripartiti tra i creditori e quindi i vecchi azionisti della società.
Ma – guarda caso – appena Air France deve pagare la sua parte, nella misura del 25% del valore dell’intero complesso la somma sale a 322 milioni di euro. Ma se questa somma equivale al 25% del valore, allora il valore totale – dicono al CODACONS - sarebbe di 1.288.000.000 euro e non di poco più di un miliardo di euro. Il problema non cambia se la plusvalenza fosse – come riportano alcune note di agenzia – di «soli» 40 milioni di euro. In ogni caso anche questa somma ulteriore sfugge ora ai vecchi azionisti della società e va a beneficio dei soci CAI, ma con un meccanismo che desta più di un sospetto.
Per questo il CODACONS in una denuncia presentata stamane alla Procura della Repubblica di Roma che indaga sulla bancarotta a seguito dell’esposto presentato proprio dall’associazione, chiede al Magistrato di sequestrare i contratti tra CAI e ALITALIA e quello tra CAI e AIR FRANCE e soprattutto la corrispondenza intercorsa tra i vertici di CAI, il Commissario Fantozzi e i vertici di AIR FRANCE.
Ciò al fine di capire se effettivamente le parti fossero a conoscenza da prima di questa plusvalenza e se essa sia stata determinata da fattori successivi o pregressi. In quest’ultimo caso è ovvio che chi fosse a conoscenza della situazione e se ne fosse approfittato dovrebbe rispondere di truffa ai danni dei vecchi azionisti ai quali sarebbero stati sottratti parecchi milioni di euro di valore.
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