Crisi Champagne rilancia spumante made in italy +30%
E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il brindisi Made in Italy stravince in Italia nel 98 per cento dei casi e conquista mercati anche all'estero
Il crollo nel consumo di champagne che fa segnare in Francia un calo del 4,9 per cento rilancia lo spumante Made in Italy con quasi 120 milioni di bottiglie stappate, tra Italia ed estero, nel solo periodo natalizio. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il brindisi Made in Italy stravince in Italia nel 98 per cento dei casi e conquista mercati anche all'estero dove la crescita delle esportazioni è stata pari al 30 per cento in valore nei primi otto mesi del 2008.
Dopo anni di crescita nel 2008 c’è il segno meno per lo champagne francese che sente la crisi economica e perde posizioni rispetto allo spumante italiano che invece è in forte crescita. In Gran Bretagna - sottolinea la Coldiretti - le spedizioni di spumante Made in Italy sono più che raddoppiate in valore (+115 per cento) ed è diventata il primo mercato superando addirittura la Germania dove la crescita in valore è stata dell'11 per cento mentre al terzo posto si posizionano gli Stati Uniti con una sostanziale stabilità anche per effetto dell'andamento del dollaro. Tra i nuovi clienti del Made in Italy - continua la Coldiretti - si fa luce la Spagna che, si classifica al quarto posto con il raddoppio il valore degli arrivi (+ 107 per cento), la Russia (+ 20 per cento) e il Giappone (+ 5 per cento) mentre scende la Francia con un calo del 23 per cento.
La preferenza accordata al brindisi Made in Italy a livello nazionale è - sottolinea la Coldiretti - motivo di risparmio senza rinunciare alla qualità nei cenoni delle feste dove la tendenza è quella di una sostanziale tenuta del cibo made in Italy con l’abbandono delle mode esterofile del passato pagate a caro prezzo. Evitare snobismi come l’acquisto di frutta fuori stagione consente di risparmiare moltissimo con le ciliegie cilene che - precisa la Coldiretti - possono superare i 20 euro al chilo, senza peraltro garantire la stessa freschezza e genuinità di arance, mandarini, clementine e kiwi di produzione nazionale.
Portare in tavola meno caviale, ostriche e salmone e più bollito, cappelletti in brodo e pizze rustiche che recuperano le tradizioni del passato, è - conclude la Coldiretti - un motivo per riassaporare i gusti del passato ma anche per ridurre le spese del cenone e del pranzo di Natale, che secondo un sondaggio Confesercenti-Swg costerà 2,5 miliardi, il 7 per cento in meno rispetto allo scorso anno.