28 agosto 2025
Aggiornato 02:30
Carni suine

«Il sistema dei controlli e i prodotti DOP difendono il consumatore»

Rabboni: «Origine, etichettatura delle carni e un efficace sistema di controllo sono a garanzia della qualità dei prodotti»

«Il sistema dei controlli che è stato attivato dalla autorità sanitarie ha reso possibile affrontare, in tempi rapidissimi, un problema che rischiava di far venir meno la fiducia dei consumatori su prodotti che da sempre rappresentano una delle eccellenze della produzione tipica regionale».
Così l’Assessore regionale all’agricoltura, Tiberio Rabboni, commenta l’evolversi della vicenda relativa alla possibile presenza di diossina in carni suine importate dall'Irlanda, che rappresentano meno dello 0,04% (si parla di circa 392 tonnellate) dell’intero quantitativo di carni suine che arrivano in Italia dall’estero.

«Gli allevamenti europei - spiega Rabboni - operano sulla base di precise norme di rintracciabilità su tutta la filiera, che consentono di recuperare il prodotto in tutte le sue fasi. Quindi, la filiera è costantemente tracciata e questo rappresenta una importante garanzia per il consumatore».
C’è comunque un ulteriore, ed importante, garanzia per il consumatore. «I prodotti a denominazione d'origine protetta (DOP) che caratterizzano in modo particolare il nostro sistema agroalimentare - continua l’Assessore regionale - devono essere preparati con materie prime provenienti da zone ben definite. Il prosciutto di Parma DOP, ad esempio, viene prodotto utilizzando esclusivamente cosce di suini allevati in 10 regioni del nord e del centro Italia. Analoga la provenienza delle carni per la produzione di zampone e cotechino di Modena o per la denominazione «Gran Suino Padano DOP», attribuita a carni fresche provenienti da animali allevati per la produzione dei salumi».

Origine ed etichettatura, assieme ad un efficace sistema di controllo, rappresentano quindi garanzie fondamentali per il consumatore, ed è questa la ragione per la quale la Regione Emilia-Romagna ha proposto, anche in fase di discussione delle proposte relative al «Libro verde», che le etichette dei prodotti alimentari indichino chiaramente la provenienza delle materie prime.
Anche l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha diffuso una nota nella quale si considerano, nella maggior parte delle situazioni, irrilevanti i rischi per le persone. Le quantità di contaminante eventualmente presenti nell'organismo umano, infatti, non sono necessariamente pericolose per la salute.
«Questa vicenda – conclude Rabboni – ha comunque messo in luce la validità del sistema di allerta a livello comunitario, che ha dimostrato di funzionare in modo adeguato. Grazie alla completa tracciabilità degli animali e delle carni è stato possibile identificare, non appena le autorità irlandesi hanno segnalato il problema, le partite presenti sul nostro territorio, sequestrare in via cautelativa le carni non ancora commercializzate o lavorate ed avviare il ritiro delle partire di carne presenti sul nostro territorio».