28 aprile 2024
Aggiornato 16:30
La CIA sottolinea che la crisi è evidente e farà sentire i suoi effetti

Consumi alimentari “freddi” a Natale, ma non ci sarà il crollo

Acquisti in calo tra l’1 e l’1,5 per cento, ma la spesa, in termini monetari, salirà dell’1,8 per cento. Gli italiani, però, non taglieranno pesantemente le loro compere per imbandire le tavole

Un Natale «freddo» sotto il profilo dei consumi alimentari, ma non ci sarà il temuto crollo. La difficile crisi economica farà, comunque, sentire i suoi effetti sugli acquisti alimentari che dovrebbero scendere, in quantità, tra l’1 e il 1,5 per cento rispetto al 2007; mentre, in termini monetari, la spesa, a causa degli aumenti dei prezzi, dovrebbe salire dell’1,5-1,8 per cento, per un importo complessivo vicino ai 3 miliardi di euro. E’ quanto sostiene la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha compiuto una stima attraverso un’indagine su un campione rappresentativo delle famiglie sul territorio nazionale e sulla base dell’andamento della compravendita nei vari passaggi della filiera agroalimentare e ai dati relativi al commercio estero.

A tavola -afferma la Cia- sia per il cenone della vigilia che per il pranzo di Natale vincerà ancora una volta la tradizione e le preferenze andranno anche quest’anno per i prodotti «made in Italy», ovviamente con grande oculatezza nella spesa. Non ci saranno, quindi, acquisti folli. Salmone, ostriche, caviale e frutta esotica con il contagocce.
Dalle prime stime si ricava, infatti, che -sottolinea la Cia- gli italiani, sempre più attenti ai conti, proprio a causa di una precaria situazione economica e, in particolare, per i prezzi in crescita (compresi quelli per i prodotti di prima necessità, come pane, pasta, latte), indirizzeranno i loro acquisti verso prodotti enogastronomici più abbordabili sotto l’aspetto economico. Pochi, quindi, i cibi di «fascia alta».

Una buona performance dovrebbe essere registrata dai vini, soprattutto i rossi. Secondo le stime della Cia, si dovrebbero stappare circa 80 milioni di bottiglie, il 94 per cento di produzione italiana, con una crescita del 1,8 per cento rispetto allo scorso anno. Bene anche gli spumanti che dovrebbero registrare un aumento negli acquisti del 2,1 per cento.

La Cia sostiene che per gli acquisti dei prodotti agroalimentari da consumarsi durante le prossime feste natalizie, le oltre 23 milioni di famiglie italiane si rivolgeranno in prevalenza alla grande distribuzione commerciale (56 per cento), seguita dai negozi tradizionali (24 per cento), dai mercatini locali (18 per cento), e da internet (2 per cento).

Molta attenzione da parte degli italiani -annota la Cia- sarà rivolta ai tantissimi mercatini che verranno allestiti dagli agricoltori nei prossimi giorni, in particolare nelle zone rurali. Con la vendita diretta, i prezzi risultano decisamente più bassi rispetto ai centri commerciali e ai negozi delle città. Acquistando in questi mercatini si può anche risparmiare tra il 10 e il 15 per cento.